Tornano le bare vuote accatastate nei viali cimitero

cassa1Sono giunte in redazione diverse segnalazioni di situazioni, a dir poco allucinanti, presenti all’interno
del cimitero comunale di Bagheria. Dalle foto che sono state allegate si evidenziano cumuli di rifiuti speciali depositati in luoghi aperti al pubblico tra i viali e le aiuole all’interno del cimitero.

Come in un film horror, tra i rifiuti appaiono in evidenza diverse bare scoperchiate con all’interno resti di indumenti probabilmente appartenuti a salme estumulate anche se – viene correttamente chiarito – non vi si trovano resti umani. Tuttavia, sono stati segnalati casi di malore che avrebbero aggredito persone alla vista delle bare scoperchiate ed accumulate accanto a dei sacchetti bianchi pieni di altri tipi di rifiuti speciali.

Naturalmente il problema è stato ulteriormente amplificato dai social network e queste immagini
hanno fatto il giro del mondo riproponendo una immagine di Bagheria  che si credeva scomparsa dopo le famigerate vicende che hanno interessato il nostro cimitero negli anni scorsi. L’episodio ci richiama a quanto avvenne nel febbraio del 2014 quando i carabinieri scoprirono all’interno del cimitero di Bagheria centinaia di bare accatastate tra il muro perimetrale e alcune cappelle private, a ridosso delle quali vi erano, ancora fumanti, le braci di fuochi che, durante la notte, avevano incendiato anche resti umani e ossa.

Allora le aree, teatro della vicenda dove furono rinvenuti anche parti non ancora decomposte di corpi umani ed effetti personali perfettamente integri, furono sottoposte a sequestro. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Termini Imerese, avviarono un’indagine per vilipendio, soppressione di cadavere, danneggiamento seguito da incendio e gestione incontrollata di rifiuti speciali. Tre furono allora i dipendenti comunali in servizio al cimitero ad essere denunciati.

Successivamente le dichiarazione del collaboratore di giustizia Sergio Flamia svelarono anche i retroscena di un attentato ai danni dell’impresa di pompe funebri di Antonino Mineo consumato nell’ottobre 2012. Lo stesso Flamia avvicinò Mineo per imporgli di limitare la sua attività ai servizi del
funerale, senza più occuparsi degli adempimenti cimiteriali di interesse della «compagine», cioè della cosca mafiosa di Bagheria.

Gli investigatori sospettarono tra l’altro che fosse la mafia a decidere l’estumulazione delle tombe al fine di controllare un mercato dei loculi e delle aree per la costruzione di cappelle private. Lo scandalo che seguì portò il consiglio comunale di Bagheria a votare la sfiducia al sindaco Lo Meo e le elezioni  successive sancirono la vittoria del Movimento 5 stelle che nel ballottaggio superò la soglia del 70% dei consensi, quota determinata anche dallo sconcerto che nell’opinione pubblica avevano suscitato le
sconcertanti vicende del cimitero.

Oggi le foto trasmesse alla nostra redazione fanno tornare alla mente momenti veramente brutti vissuti in un particolare frangente della storia bagherese. Non siamo certamente a quei livelli. Ci auguriamo di cuore che si sia trattato soltanto di disattenzione da parte di qualche operatore. Solo così si potrà chiudere questo spiacevole contrattempo e allontanare il timore che si possa trattare di ben altro.

 


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