Bagheria come Milano? Si chiede Pietro Pagano, già assessore all’Urbanistica della nostra città e collezionista di immagini e cose belle di Bagheria.
L’altro giorno ha postato su Facebook la foto di quello che viene definito il Bosco verticale, un complesso di due palazzi residenziali a torre progettato da Stefano Boeri nel capoluogo lombardo e impreziosito da una ricca vegetazione. Accanto alla foto dei due palazzi alti 110 e 80 metri, Pagano ha collocato le foto di due tetti di altrettante casette del centro storico bagherese, abbandonate e fatiscenti, su cui spicca una vegetazione spontanea che col tempo è diventata rigogliosa.
Qual è l’installazione più bella? il complesso milanese situato nel Centro Direzionale di Milano o l’umile installazione bagherese realizzata dalla natura senza la mano dell’uomo?
Peculiarità dei due palazzi milanesi costruiti nel 2009 e inaugurati nel 2014, è la presenza di ben 900 alberi di grande e medio sviluppo, 5mila arbusti di grandi dimensioni e 11mila piante floreali perenni e tappezzanti, per un totale di cento diverse specie, che si densificano in altezza sino a ricoprire un’area equivalente a due ettari (20mila metri quadrati) di forestazione distribuiti sui prospetti.
Superfluo dire che la vegetazione apporta numerosissimi effetti benefici alle due torri e all’ambiente urbano circostante, sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello climatico. Il Bosco Verticale, infatti, contribuisce alla costituzione di un microclima che genera umidità, filtra le polveri sottili (o ne devia il percorso), attenua notevolmente l’inquinamento acustico, depura l’aria sottraendo anidride carbonica dall’atmosfera ed emettendo ossigeno, protegge dall’irraggiamento solare attraverso l’ombreggiatura fogliare e ripara dal vento, attraverso l’azione frangivento delle fronde.
Il Bosco verticale, definito “edificio alto più bello del mondo”, è risultato vincitore fra 800 finalisti dell ‘International Highrise Award, del museo di Architettura di Francoforte. Nella motivazione dei giurati è citata, tra le altre cose, la capacità di rispondere “al bisogno umano di contatto con la natura”. Si è aggiudicato anche il premio come «grattacielo più bello e innovativo del mondo», secondo una classifica redatta dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat.
Che dire dei tetti “rigogliosi” di Bagheria le cui immagini sono entrate a far parte del ricco patrimonio culturale che Pietro Pagano ama conservare? Il loro aspetto estetico e romantico che pure è suggestivo, non è detto che interessi a molta gente.
Per il Bosco verticale di Milano molti hanno paventato la rovina dei palazzi per via di quegli alberi di alto fusto che vi crescono. Pare invece che non costituiscano sia alcun pericolo presente e futuro, mentre sembra non si possa dire altrettanto per i tetti delle casette bagheresi che rischiano di crollare da un giorno all’altro per lo stato di abbandono in cui versano e per le infiltrazioni di acqua piovana.
Ci rimane solo la consolazione che le piante che vi crescono apportino un minimo di ossigeno in questa nostra città rigogliosa di cemento.
Giuseppe Fumia
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