Cracolici ed il sindaco di Bagheria.

L’assessore all’agricoltura nel recente passato è stato molto duro nel giudicare l’azione di governo del Presidente Crocetta, per questo dalla sua attività di governo ci aspettiamo significativi cambiamenti di rotta e risultati concreti.

Cracolici ha a disposizione oltre due miliardi di euro da spendere nei prossimi 5 anni, più di 1/3 dell’intero plafond di fondi comunitari, che fra l’altro sono gli unici disponibili per innescare dinamiche di sviluppo.

Oltre le risorse l’Assessore ha a disposizione l’operatività del nuovo PSR, uno strumento che, per sostenere l’agricoltura, punta sulla filiera agroalimentare; tutti sanno che le nostre produzioni non possono reggere alla concorrenza che viene dall’altra sponda del mediterraneo, che, se vogliamo contenere il fenomeno migratorio che comincia a dare problemi alla stessa tenuta democratica dell’Europa, probabilmente è destinata a crescere, per questo puntare sulla filiera, sulla qualità, sull’integrazione con la trasformazione e la commercializzazione è di importanza strategica.

Puntare sulla filiera significa prima di tutto puntare sulla qualità e sulla tracciabilità, quindi occorre dare largo spazio al biologico, puntare sulle caratteristiche sanitarie, organolettiche e nutrizionali, saper comunicare bene il valore delle nostre produzioni, raggiungendo in modo capillare il consumatore, partendo dai sei milioni di consumatori siciliani.

Occorrerà lavorare seriamente sull’affermazione di un marchio “made in Sicily”, che certifichi la produzione e la lavorazione in Sicilia, i protocolli di coltivazione utilizzati e le caratteristiche dei prodotti, a queste produzione andrà riservato il necessario spazio nelle mense scolastiche e universitarie, negli ospedali, nelle catene distributive, a questo prodotto vanno riservati i mercatini e i luoghi di vendita dal produttore al consumatore.

Se entro la fine del suo mandato cominceremo a vedere nei bancali dei supermercati e nei punti vendita dei principali attrattori turistici olio, vino, bibite e liquori, pasta, pane, biscotti e dolci, salsa, latte e latticini, carne e salumi, prodotti ittici, succhi di frutta, marmellate e prodotti ortofrutticoli made in Sicily, se nelle mense e nei ristoranti troveremo manifesti che certificano che il 60% di quanto somministrato è stato prodotto e lavorato in Sicilia, allora Cracolici avrà onorato le aspettative.

Questo impegno, per una filiera corta ed integrata, andrà sostenuto dal rigore sui protocolli di coltivazione e produzione, da un rigore ancora maggiore sul controllo delle caratteristiche sanitarie e nutrizionali dei prodotti di importazione, da una campagna di informazione capillare e di alto livello, dall’integrazione con la filiera turistica e dei beni culturali-ambientali, da una organizzazione efficace ed efficiente del commercio elettronico.

Data la vetustà degli operatori del settore, Fornero permettendo, nel settore si potrebbero aprire buoni spazi per l’inserimento lavorativo di giovani che dovranno essere formati e supportati, per adeguare le aziende ai necessari standard produttivi, ma anche per recuperare produzioni tipiche e tradizionali che possono garantire valore aggiunto .

Ai giovani imprenditori vanno assicurati servizi reali, a partire dalla viabilità interpoderale per arrivare all’acqua ad uso irriguo, smantellando baracconi clientelari quali il Consorzio idro-agricolo ed i consorzi di bonifica, andrà garantita assistenza tecnica accorpando , sfoltendo e decentrando nel territorio i vari enti preposti (ispettorati, enti, condotte ed istituti vari) puntando sul rapporto con l’Università e gli Istituti tecnici e professionali per l’agroalimentare.

Il mondo delle campagne attende segnali precisi anche sul terreno della lotta agli sprechi ed ai privilegi, solo così si possono trovare risorse adeguate per il sostegno alla produzione e per creare nuova occupazione, occorre prendere il toro per le corna, a partire dalla vicenda forestali.

Se un extracomunitario prende 30 euro per una giornata di lavoro ed un operaio qualificato ne prende 50, va bene darne 70 ad un forestale, garantendogli anche pensione ed indennità di disoccupazione, ma occorre avere la garanzia che vengono assunti quelli che servono (secondo parametri nazionali ed europei) e quelli che servono si debbono guadagnare onestamente quello che ricevono, tenendo in ordine le aree attrezzate, rendendo fruibili le aree naturalistiche e realizzando seri presidi anti-incendio.

Una sponda a Cracolici dovrà essere data dagli amministratori locali, per l’istituzione di parchi agricoli, per l’infrastrutturazione delle campagne, per la valorizzazione dei beni culturali ed antropologici legati alla cultura contadina, per la sponda da offrire nelle istituzioni scolastiche, socioassistenziali e negli spazi pubblici per la vendita, per l’istituzione dei dop e docu.

Non sappiamo come andrà a finire coi problemi legati alla sanatoria del sindaco, la legge può non piacere, forse in questo caso occorrerebbe cambiarla, ma fino a quando c’è va applicata.

Dal sindaco ci aspettiamo meno proclami e più azione amministrativa: per la difesa del cimitero monumentale, attuando l’espansione ed evitando ulteriore cementificazione; per il pieno funzionamento del depuratore ed il riciclaggio dell’acqua ad uso irriguo; per un sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti che valorizzi l’organico, abbattendo i costi e dando trasparenza alle procedure; per l’utilizzo dei beni confiscati; per la rapida e piena attuazione del nuovo PRG, agendo seriamente sui temi del verde pubblico, della mobilità, dei parcheggi, del riuso della aree dismesse e la riqualificazione delle periferie, dell’edilizia scolastica e sociosanitaria.

Non possiamo continuare a vedere un Patto regionale che prevede oltre 200 milioni di euro per interventi di riqualificazione urbana a Termini Imerese e nemmeno un euro per Bagheria.

Almeno il 60% delle famiglie bagheresi, negli anni 70 ed 80, è stata costretta a farsi una casa abusiva, siamo stati costretti a farla da una classe dirigente (che purtroppo qualcuno rimpiange!) che ci ha lasciato per decenni senza piano regolatore, non consentendoci , quando si vendevano i verdelli a mille lire a chilo, di costruire regolarmente una casa per noi e per i nostri figli.

Chi non ha peccato scagli la prima pietra! Le colpe dei padri non ricadano sui figli (neanche quelli di Boschi), ma nel contempo servono amministratori competenti, onesti, leali, umili, misericordiosi, sobri ed equilibrati, così li sceglievano nell’antica Grecia, nella Polis, lì nasceva la politica, a quei valori bisogna tornare se vogliamo dare alla politica la dignità che merita.

fricano-webPino Fricano


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