Si è svolta giorno 18 ottobre, presso il Supercinema Multisala, la cerimonia inaugurale dell’anno scolastico 2016/17 del Liceo Artistico Regionale “Renato Guttuso” di Bagheria. Un evento inusuale per l’istituto ma che ha riscontrato il massimo gradimento soprattutto dai più diretti interessati: vale a dire gli studenti. Quasi 800 alunni, infatti, divisi per ovvi motivi di capienza dei locali in due turni (prime, seconde e terze classi e, a seguire, le quarte e le quinte), hanno assiepato ogni ordine di posti per una cerimonia composta e partecipata che, a detta dei presenti, mai si era svolta in passato in forma così importante e di grande visibilità.
L’incontro con gli studenti è stato fortemente voluto dal neo dirigente scolastico, Prof. Alfredo Prado, (nella foto) che ha colto l’occasione per presentarsi, ufficialmente, ai discenti e per esporre agli stessi, ma anche al corpo docente ed al personale A.T.A. (amministrativo, tecnico ed ausiliario), quelli che sono gli obiettivi principali che la scuola si prefigge di raggiungere nel corso dell’anno scolastico appena iniziato.
Una cerimonia atipica, dicevamo prima, iniziata con l’ascolto, in religioso silenzio, dell’Inno dell’Unione Europea, dell’Inno di Mameli e di quello della Sicilia.
Interessante, seguito ed applaudito da tutti gli astanti, l’intervento introduttivo del Prof. Prado che, dopo aver augurato a tutti un felice anno scolastico, ha chiesto la massima collaborazione, ciascuno per la propria parte, agli studenti ed alle diverse componenti della scuola, dai docenti ai genitori passando per il personale di segreteria ed ausiliario. Grandi consensi e tanti applausi. Il Dirigente ha poi aperto il dibattito ai presenti che, dopo aver assicurato la loro completa ed assoluta disponibilità ad una partecipazione attiva nella vita scolastica nelle sue varie sfaccettature, non hanno lesinato elogi al nuovo capo d’Istituto che ha portato – hanno affermato in coro – una ventata di novità, ha dato all’ambiente una scossa che fa respirare aria nuova e da nuovi stimoli. Il “Preside” Prado – ci piace ancora questa definizione oramai desueta di quelli che oggi sono chiamati “dirigenti scolastici” –, originario di Agrigento, nella seconda metà degli anni novanta era già stato in servizio, quale docente, presso l’allora Istituto Regionale d’Arte di Bagheria.
Trasferito poi a Mazara del Vallo e, successivamente, ad Enna, è stato nominato Preside incaricato presso quest’ultima scuola. Ultimamente, sino allo scorso 31 agosto, era stato a capo del Liceo Artistico Regionale “Ciro Michele Esposito” di S. Stefano di Camastra.
“Sono contento di essere stato nominato quest’anno a Bagheria – dice il Prof. Prado – e qui spero di concludere la mia carriera lavorativa. Rispetto alle altre cinque entità scolastiche regionali, molto più piccole, questa è una sede prestigiosa, un ambiente che ti da sicuramente grandi stimoli, ma che richiede anche un grandissimo impegno viste le dimensioni numeriche dell’istituto: quasi ottocento alunni, divisi tra le due sedi di Bagheria e quella distaccata di Palermo dove, dal prossimo anno scolastico, saranno funzionanti altre sezioni di lavorazione oltre a quelle già esistenti; la Grafica Pubblicitaria e penso anche il Design Sezione Moda che ridarebbero linfa nuova anche a quella sede che ha un bacino di utenza notevole. Dovremo essere bravi a far un buon orientamento scolastico, mirato, ed in tal senso ho già qualcosa in mente. Nelle scuole che ho diretto in passato, ma anche nelle altre scuole regionali i numeri non sono così importanti come quelli di Bagheria. Onori si, ma anche tanti oneri: ma è una professione che mi piace, che vivo intensamente, con amore ed entusiasmo. Questo mio entusiasmo cercherò di trasmetterlo a tutti coloro che con me dovranno necessariamente rapportarsi. La scuola è cambiata, è in continua evoluzione, guai a fermarsi a guardare indietro”.
Qualcuno ha parlato di “aria nuova”, di scuola “rinata”….
“Non so – riprende Prado –sarà perché quando arrivo in una nuova sede mi piace rinnovare laddove è possibile, dare un tocco personale, che sia anche la semplice coloritura delle pareti della stanza del dirigente o cambiare la destinazione delle stanze o la disposizione dei mobili o dei quadri. Tutto nell’ottica di una migliore utilizzazione degli spazi. Ho sempre cercato, inoltre, di mettere a proprio agio i miei colleghi insegnanti. Non sono un accentratore, mi piace delegare e coinvolgere tutti in quello che deve essere un progetto con un fine unico: il bene degli studenti, della scuola. Se c’è un clima sereno tutti stanno bene, si sentono importanti, lavorano con più voglia, perché capiscono che i loro sforzi sono apprezzati, non sono inutili o fine a se stessi. Anche con gli uffici di segreteria e col personale ausiliario c’è massima intesa e collaborazione: senza la loro attività ogni altro lavoro sarebbe impossibile. Devo dire che ho trovato gente preparata, disponibile, che non “guarda mai l’orologio”, insomma professionalmente impeccabile. Lo stesso discorso vale anche per gli allievi: se li coinvolgi in progetti di una certa levatura, se li fai sentire importanti, se li gratifichi anche con piccole cose, se capiscono che i loro studi domani non saranno inutili per uno sbocco nel mercato del lavoro, allora seguiranno i loro docenti pedissequamente. Questa tipologia di istituto, se studi con abnegazione e riesci a raggiungere un buon livello di preparazione, è tra le poche ad insegnarti un “mestiere”. E coi tempi tristi che corrono non è certo poca cosa. Certo tutto richiede sacrifici, ma ho trovato la massima disponibilità e sono personalmente fiducioso”.
Si parlava anche di obiettivi, di progetti…
“Sarà un anno intenso per quel che mi riguarda – conclude il dirigente – ho avuto giusto qualche giorno di tempo per ambientarmi e conoscere tutti i collaboratori e poi ci siamo messi all’opera: nell’ambito della didattica organizzeremo mostre, incontri culturali, sfilate e quant’altro sia utile a certificare il grado di preparazione dei nostri alunni ed a creare i presupposti perché con l’inizio del prossimo anno scolastico il nostro istituto abbia un ulteriore impulso in avanti. Se lavoreremo bene, in assoluta sinergia – ma sono certo che sarà così – i frutti li raccoglieremo sicuramente”.
Antonio Ruggeri
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