Dopo aver letto la bella introduzione di Marianna La Barbera, viene il desiderio di “ascoltare” le liriche di Maria Favarò raccolte nel florilegio Segmenti d’infinito, pubblicate dalle edizioni Vera Canam.
Le liriche, in un percorso aspro e difficile, ma anche liberatorio, ci accompagnano “Nella breve eternità di un sogno” in luoghi palpitanti dove “Tutto s’acqueta e nella pace si tace”, in territori in cui non percepisci dove la realtà finisce e dove comincia il sogno che “ci porterà cosi lontano” in una visione dolente e reale della vita.
I versi della silloge di Maria Favarò, sembrano segmenti di un diario quasi crudele “urli di piacere”, “sangue si sparge sulla nuda terra”, “su montagne di fango”, un tormento linguistico, “Un’unica notte ancora separa / la fine dell’inizio”, con fulminei lampi d’ira “Ultimo desiderio / vivere senza te.” e la poesia è una disperata speranza che ci rimane “Tu sei con me”, in un’illogica consapevolezza, ”Amorevole abbraccio ad ogni mia / inquietudine”.
La poetessa a conferma di quanto cantato dal poeta spagnolo Hèctor Murena: “La poesia viene quando restiamo nell’inesauribile compagnia della solitudine”, ci fa sentire che, con la profondità il tempo cambia tutto e tutto trasforma: “Domani. /. È già oggi.”, e con la lirica “Dormivi”, ci induce a pensare alla solitudine, alla sofferenza, all’instancabile necessità di capire e trovare il mondo di oggi, cosi irragionevole al punto tale da “non volere vedere”.
La Favarò è una donna immersa nella Cultura e in questa silloge, ci sono segmenti di esperienze di un’anima sensibile carica di passione che attraverso un saggio equilibrio interiore concede corpo alla speranza “Attendendo la brina della nuova alba / che a nuovi istinti ci ridesterà” e in un presente offuscato di problemi e turbamenti “Tutto tace …. nella valle dell’inferno” scrive in apertura e chiusura di una delle sommesse liriche “Apocalisse”, ma nello stesso tempo con un’innata attitudine all’osservazione e al desiderio stesso di vivere la vita con le tinte più luminose e ridenti in “Alternanza” recita “La luce si immola all’oscurità. / Si squarcia il velo / nel grido emesso dal primo vagito.”.
La poesia di Maria Favarò ha nel suo intimo una capacità di sollecitare il lettore, di attrarlo, lo stimola e lo induce a ritornare a leggere i sui versi. Credo che la cosa più importante di un libro non sia solo leggerlo, ma sentirsi indotto a riaprirlo e ritrovarlo nuovo ad ogni rilettura, un prezioso sintomo di un’efficace e notevole poesia, a conferma di ciò, di recente, alla Favarò è stato conferito il Premio “Mario Attilio Levi”, dall’Empire International Club, presieduto dal prof. Tommaso Romano, con la seguente motivazione: “A Maria Favarò, che con la sua opera prima Segmenti d’infinito (Edizioni Vera Canam), ha mostrato una matura visione delle dinamiche vitali ed una vocazione a comprendere ed evidenziare con efficace sinteticità i valori e i fini ultimi sorretti da una feconda armonia espressiva.”
Scopri di più da BagheriaInfo.it
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Vi ringrazio affettuosamente per la splendida analisi.