Sono passati quarant’anni dall’uccisione del sindacalista della CGIL Agostino Aiello e nella Camera del Lavoro che fu da lui fortemente voluta ed il frutto di enormi sacrifici si è ricordato quest’uomo che per 18 anni guidò il sindacato a Bagheria.
Fu lui a far nascere la Camera del Lavoro e la costituzione di alcune cooperative di lavoratori, come la coop “La Sicilia” che avevano lo scopo di garantire ai lavoratori il rispetto della legge sul lavoro.
Sempre lui si battè per la costruzione delle case popolari per i braccianti agricole che sorsero in via Bixio, a pochi passi dalla via Mattarella.
Innumerevoli le lotte per rivendicare i diritti dei lavoratori, in special modo, dei braccianti agricoli e degli operai edili.
In un post sui social network Emanuela Bortone, sindacalista oggi della CGIL scrive: ”
“Ci sono storie che non ci appartengono per identità, ma che ci travolgono e ci rendono partecipi per valori, principi e ideali.
Oggi alla Camera del lavoro di Bagheria, è stata raccontata una storia che appartiene a tutti i militanti della CGIL, a tutti i cittadini di Bagheria e a tutta quella gente che fa della propria vita strumento di giustizia per gli altri!
È la storia di Agostino Aiello, sindacalista, politico, cittadino, padre, che ha dedicato la sua vita al movimento sindacale, ai lavoratori, ai più deboli, a tutti coloro che non avevano la forza di esprimere e far valere i propri diritti.
Esempio per tutti noi che oggi ci ritroviamo a difendere quelle conquiste che furono ottenute con sacrificio e a volte anche con la morte di COMPAGNI disposti a tutto per rendere il mondo un posto migliore e più libero.
Spesso mi chiedo: “sarei in grado di sacrificare la mia vita e i miei affetti per il bene altrui?” La risposta sta nelle storie che ci raccontano quanto grandi possono essere gli uomini nella loro semplice voglia di fare.
Deve essere la memoria di uomini come Agostino Aiello a diventare faro e illuminare la strada dei più giovani che oggi con difficoltà trovano identità ed appartenenza.”
Fu ucciso il 24 Dicembre del 1976, proprio la vigilia di Natale, mentre intorno alle 21 stava rientrando nella propria casa in via Amerigo Vespucci alle spalle della scuola ‘G.Cirincione’; aveva in mano una semplice busta di plastica con l’occorrente per la barba, lamette e crema, probabilmente gli assassini pensavano che portasse in quel sacchetto l’incasso della giornata.
Due giovanissimi, si disse dopo, lo affrontarono con una pistola a pochi metri da casa sua cercando di strappargli il sacchetto, ma Agostino Aiello, quasi certamente li riconobbe e come era nel suo carattere schietto e senza peli sulla lingua li avrà anche redarguiti aspramente, ed i due vistisi riconosciuti spararono.
I colpi li udì la compagna che lo aspettava per la cena di Natale, si affacciò immediatamente e dichiarò poi di aver creduto di vedere due giovanissimi che a bordo di un motorino si allontanavano rapidamente. Gli assassini non furono mai identificati. Il funerale che si svolse due giorni dopo fu la più grande cerimonia funebre che si sia mai vista a Bagheria. Oltre diecimila persone venute anche da Palermo e dall’intera provincia vennero a rendere omaggio ad un uomo che alla causa degli oppressi aveva dedicato un’intera vita.
Parti dell’articolo sono stati presi da www.bagherianews.com La foto del funerale è dell’archivio di Pietro Pagano.
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