Neanche dieci giorni dalla riapertura di Villa Cattolica e l’idea di un percorso volto allo sviluppo del turismo, di cui il Museo Guttuso pare essere spinta propulsiva, sembra vacillare. La mancanza di progetti e il venir meno delle risorse, infatti, hanno colpito duramente la settecentesca Villa Sant’Isidoro, che a circa due anni dalla sua apertura, si trova costretta a dovere chiudere i cancelli ai visitatori, aprendo al pubblico solo su prenotazione.
“Di fronte l’insostenibilità dei costi, non ho potuto fare altrimenti: – spiega il proprietario Domenico Angileri – per quanto ho potuto, ho cercato di mantenere aperto il museo, sostenendo da privato le spese e contando esclusivamente sull’impegno dei volontari dell’Associazione culturale villa Sant’Isidoro.
Soldi e sacrifici non potevano durare in eterno e il mantenimento dell’intera struttura per la pubblica fruizione è certamente dispendioso.
Circa due anni fa, – afferma – quando è stato aperto il museo, ho sperato in un dialogo costruttivo con le Istituzioni, per attivare convenzioni con l’università, scuole ed altri enti culturali. Mi sono adoperato affinché tutto fosse indirizzato ad attività di ricerca, gestione e manutenzione del bene” .
La settecentesca villa De Cordova di Sant’Isidoro, oltre ad essere un raffinato gioiello di interesse storico e monumentale, vanta al suo interno preziosi arredi, opere e suppellettili. La struttura, sin dalla sua apertura al pubblico, è stata anche un luogo privilegiato di iniziative culturali, che hanno riscosso successo e apprezzamento.
La bassa percentuale di turisti, che sembra anche essere consequenziale alle difficoltà di raggiungimento della villa con il pullman, ha determinato dunque dal due gennaio l’apertura del museo per le visite guidate solo su prenotazione e per gruppi non inferiori alle quindici persone.
“Nonostante questo cambiamento, – sottolinea Angileri – sono ancora fiducioso nel mio iniziale progetto di trasformazione del complesso in un polo culturale, aperto giornalmente al pubblico. Per questo motivo, mi rivolgo all’assessore alla cultura Romina Aiello e spero in un aiuto concreto da parte dell’amministrazione comunale per trovare, attraverso il dialogo e la considerazione di proposte, una soluzione”.
Con la recente riapertura del Museo Guttuso, infatti, manifesta appare la necessità di un percorso turistico, che valorizzi in sinergia le ville bagheresi, rendendole tutte a misura di turista. “Credo che sia opportuno – aggiunge – strutturare un progetto all’interno del quale il turista venga guidato e orientato verso i luoghi d’arte della città. Ho sempre considerato Villa Sant’Isidoro un bene culturale da conservare e valorizzare per la collettività, sviluppando un circuito turistico-culturale che porti visitatori e riunisca studiosi, artisti e la città”
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