La raccolta differenziata …resta una sconosciuta!

È di qualche giorno fa la notizia che, stando ai dati registrati dalla regione siciliana, la raccolta differenziata avrebbe raggiunto la rispettabile cifra del 20%. Forse è il risultato che l’Assessorato al ramo aveva auspicato qualche tempo fa, quando furono scoperti gli altarini, che gran parte della responsabilità dell’inefficienza diffusa, è del Governo regionale.

Da più parti ci sono state smentite o accuse, nemmeno troppo velate, che i dati diffusi fossero taroccati o sopravvalutati. La realtà dei fatti darebbe altre indicazioni meno ottimistiche. Vero è che ci sono aree dove la raccolta raggiunge punte di assoluta
eccellenza. Ma sono delle vere e proprie oasi. Piccoli centri dove è più facile differenziare la raccolta.

Non siamo tecnici del settore, non abbiamo la pretesa di dare suggerimenti o indicazioni. Ci limitiamo ad osservare lo stato dell’arte, tanto nell’intera Regione, quanto nel nostro territorio, che è sotto il nostro sguardo. Ed esprimere le nostre  alutazioni.
Gli Enti locali, i Comuni e i Consorzi che si sono costituiti, a seguito della Legge Regionale che istituì gli ATO, non hanno
mai funzionato.

Sempre a meno di qualche caso virtuoso, non sono partiti. Fu, invece, colta la grande occasione, con prontezza, con grande intuito, per istituire dei grandi carrozzoni clientelari. Assunzioni al di là dei fabbisogni, senza badare minimamente alla qualità del servizio da rendere ai Cittadini. Che dovevano pagare i costi viè più esorbitanti.

Per oltre un decennio la Regione siciliana è stata silente e assente e anche consenziente. In perfetta linea con i criteri di gestione dissennata della cosa pubblica. Mai un richiamo, mai un appunto agli ATO più inadempienti. Fra cui anche quello che vedeva come capo fila il nostro Comune, l’ATO4.

Quando la situazione è diventata insostenibile per il combinato disposto: costi altissimi e inefficienza, la Regione siciliana si è destata dal suo lungo torpore. La Legge attribuisce, infatti, alla Regione l’obbligo di individuare le aree per la costruzione delle
discariche e degli inceneritori. Necessari per chiudere il ciclo virtuoso per lo smaltimento dei rifiuti che non sono recuperabili e
quindi riciclabili.

In questo quadro così fosco e così confuso, tanti hanno fatto buoni affari. Buoni affari non certo a vantaggio di Imprese  operanti nel settore, con trasparenza ed efficienza. È utile, è molto utile, avere conoscenza e contezza di quanto è
successo fino ai nostri giorni. Le responsabilità, però, non possono essere ripartite in parti uguali.

Da quando è in vigore la Legge che ha istituito gli ATO e le successive modifiche, per esempio, nel nostro territorio si sono
succedute quattro Amministrazioni. Le prime due si sono conformate perfettamente all’andazzo del tempo. Costituire la struttura con i criteri di cui si è già detto e con i risultati che tutti abbiamo visto.

Un tentativo di rompere gli schemi fu compiuto da Enzo Lo Meo. Ma si trovò davanti un muro di proporzioni enormi e un  sistema di corruttela e cattiva amministrazione che non riuscì a scalfire. Anzi, accelerò la conclusione della sua esperienza, mediante la sfiducia in Consiglio comunale che pose la fine anticipata del suo mandato.

L’Amministrazione in carica, presieduta da Patrizio Cinque, ha provato a porre qualche rimedio alla deriva. È andata avanti per tentativi. Non sappiamo se esiste un sistema efficiente per superare l’impasse. In linea teorica certamente sì. Ma stante la situazione generale di forti ritardi nella costruzione di inceneritori e discariche, presumo che il tempo dell’improvvisazione,
dei tentativi per approssimazione, sarà ancora lungo.

A mio avviso, il coraggio di rompere immediatamente, all’indomani dell’insediamento, il rapporto con il COINRES, ha prodotto effetti positivi. Tanti, almeno, si sono destati dal torpore. Vero che i presunti maggiori costi non sono ancora quantificabili, ma almeno il risultato tangibile è che un minimo di efficienza nella raccolta e nello smaltimento si registrano. Questo è quello che si vede, al di là delle opinioni, tutte rispettabili. Del si poteva fare meglio e di più.

La Città è più pulita, non si trovano più le orribili cataste di rifiuti nei cassonetti. Metti pure che i Baarioti siamo, fuori dalle mura di casa, naturalmente ngrasciati, e poco rispettosi delle aree comuni. Le strade si spazzano poco o niente. Non è tutto un belvedere, ma qualcosa, almeno per risolvere l’annoso problema si sta facendo. La raccolta differenziata porta a porta avviata alla fine dell’estate scorsa sembra stia dando qualche risultato. La speranza è l’ultima a morire.

Si diceva già tanti secoli fa.

Articolo di Domenico Aiello (nella foto)


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