A Piersanti Mattarella, grande presidente della Regione siciliana vilmente assassinato dalla mafia, sarà dedicato il “Giardino didattico” della Comunità terapeutica “Casa dei Giovani” di Bagheria. La cerimonia di dedicazione, programmata nel contesto di iniziative volte a rafforzare l’impegno per la legalità, si svolgerà giovedì alle 10.30 in collaborazione con la rete scolastica cittadina “Bab El Gherib”.
Il giardino didattico rappresenta uno di quegli strumenti di prevenzione che la comunità terapeutica mette in atto allo scopo di reinserire nel mondo socio-lavorativo i giovani tossicodipendenti e le vittime della tratta e dello sfruttamento. Don Salvatore Lo Bue, fondatore nel 1983 e direttore della Casa dei giovani ci dice che la Casa bagherese (dirige pure quella di Mazara del Vallo, Matera e Castelvetrano), oltre ad occuparsi di dipendenze, ha come scopo prioritario di “promuovere i supporti umani e psicosociali necessari a coloro che vivono situazioni di disagio relazionale”.
Essa infatti avvia percorsi di autonomia e crescita dei ragazzi ai quali viene indicata una nuova via di sviluppo psicosociale. “Col nostro trattamento – aggiunge il vice direttore Biagio Sciortino – facciamo in modo che i ragazzi acquisiscano coscienza ed autonomia personale convincendoli ad una totale libertà dalle sostanze e dai condizionamenti di un sistema sociale che tende alla spersonalizzazione”.
L’intervento terapeutico della Casa dei Giovani è soprattutto un lavoro di terapia svolto nella consapevolezza che non possa esistere cambiamento senza lotta alla mafia e agli sfruttatori della droga. Secondo quest’ottica e nel contesto delle iniziative a favore della legalità e contro la mafia, è stata voluta la giornata della “Dedicazione” del Giardino didattico.
E’ un evento che tende a responsabilizzare gli ospiti della Casa che seguono un programma terapeutico di riabilitazione anche attraverso una cultura della legalità. “Peraltro il Giardino didattico – dice Sciortino – sarà uno strumento utile per avvicinare i ragazzi delle scuole del territorio alla Comunità, che non è un posto chiuso ma aperto alla cittadinanza.
Tutti avranno così modo di comprendere il disagio e le problematiche che hanno portato tanti giovani a rifugiarsi nel mondo della droga. Inoltre saranno proprio i ragazzi della Comunità che faranno da cicerone alle classi delle varie scuole. Questo rappresenta un gradino importante verso la normalità”.
Don Salvatore Lo Bue aggiunge che “oggi le comunità terapeutiche rappresentano una realtà fondamentale nel percorso di rinascita e crescita dei giovani che incappano nel tunnel della droga. Tale lavoro sviluppato in sinergia con i Sert (Servizi per le tossicodipendenze, ndr) e con le varie agenzie educative come le scuole, le parrocchie e le associazioni socio-culturali, contribuiscono a creare una rete di sostegno in grado di aiutare e sostenere i tanti giovani che vivono un disagio di vita”.
Giuseppe Fumia
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