Impegno, energia e tenacia, una triade, che muove i tanti e sfaccettati progetti portati avanti e realizzati da Piera Provenzano,
attivista rotariana e superiora dal 2012 della Congregazione del SS. Sacramento. Fil rouge delle diverse iniziative, la scelta di dedicarsi ad aiutare la collettività, attenzionando soprattutto i più bisognosi e i giovani nelle scuole.
Ad ogni domanda, arriva una risposta decisa: Piera, donna vulcanica e piena di vitalità, non pare avere dubbi sull’importanza
dei valori e delle tradizioni della nostra terra, ha le idee chiare. La valorizzazione del territorio, infatti, appare attraverso i suoi studi ed interessi come esaltazione di ciò che la Sicilia stessa racchiude.
Spazio, dunque, alla riscoperta del carretto, dei dolci caratteristici, ma in particolare alla rivalutazione degli elementi tipici della cultura e dell’identità siciliana. Sensibile e dolce verso il prossimo, forte e risoluta nel raggiungere i propri obbiettivi: a “Tu per Tu” con Piera Provenzano per approfondire i pensieri e la dedizione di una donna dinamica nel tessuto sociale e culturale
bagherese.
Il popolo siciliano raccontato attraverso i dipinti raffigurati nei carretti, ma anche i carretti come mezzo di trasporto e di lavoro. Come nasce lo studio e la passione verso uno dei simboli più rappresentativi della storia e della tradizione siciliana?
Mi sono sempre occupata dello studio delle nostre tradizioni e degli aspetti che identificano e connotano in modo distintivo le ideologie, i comportamenti e i modi di essere del popolo siciliano. Occuparsi del carretto significa studiare e conoscere la nostra cultura. Carretto e cultura siciliana costituiscono, infatti, come è noto, un binomio inscindibile.
Le storie narrate nel carretto traggono origine dalla letteratura romantico risorgimentale che in Sicilia tratta l’epopea cavalleresca. Qui è evidente la volontà del nostro popolo di elevarsi attraverso il riconoscimento delle proprie radici aristocratiche, in un mondo assunto a modello di nobiltà ed eroismo, in cui si aspira verso un ideale disinteressato e non verso la ricerca del concreto interesse quale, di fatto, si praticava nella prassi del vissuto. Il carretto, oltre ad essere variegato e multiforme mezzo di trasporto, essenziale elemento della vita economica, è stato al centro degli interessi e della vita sociale della Sicilia: non si può studiare la Sicilia, se non si conosce e non si studia il carretto.
La Sicilia valorizzata attraverso eventi e mostre destinate alla collettività. Quali sono state fin adesso le manifestazioni più significative, che hai organizzato?
Gli eventi che ho organizzato, sia con la Congregazione del SS. Sacramento, di cui sono la superiora dal 2012, sia con il Rotary, perseguono tutti finalità culturali ma soprattutto divulgative, non disgiunte da scopi di promozione del nostro territorio. Così il convegno “Dolci conventuali del 18° secolo”, che si è occupato delle ricette dei dolci originariamente prodotti dalle monache, per quanto potrebbe risultare curioso, ha fatto conoscere la tradizione dolciaria siciliana, nota ed apprezzata in tutto il mondo.
Il convegno “Beni culturali e turismo religioso”, invece, ha divulgato le opportunità di sviluppo economico collegate alla
valorizzazione del ricco patrimonio dei beni monumentali ecclesiali e la loro utilizzazione ai fini turistici, per poi passare alla mostra “Il carretto: eccellenza culturale dell’identità siciliana”, unitamente allo spettacolo “Canti dei Carrettieri”.
Mantenere e tramandare la nostra identità è ciò che cerco sempre di propormi. Ho avuto modo, inoltre, nella qualità di consulente dell’Assessore Regionale ai Beni e alle Attività culturali, di sviluppare alcuni progetti che hanno come tema quello dell’identità e la conservazione del nostro dialetto.
Non solo arte e cultura, ma anche un grande impegno sociale, intrapreso e maturato attraverso la tua esperienza rotariana e la Congregazione del SS. Sacramento
Con il Rotary mi sono fatta portavoce di alcune iniziative, finalizzate ad educare i nostri giovani verso la cultura dell’impresa,
in un momento in cui le prospettive occupazionali legate al posto fisso sono ormai un ricordo del passato. Insieme ad altre donne del Rotary mi sono occupata anche di “Bullismo e Cyberbullismo”, attraverso diversi incontri nelle scuole che hanno trattato questo tema al fine di sensibilizzare, prevenire e contrastare, con l’aiuto delle famiglie coinvolte, gli episodi di tal genere nelle nostre scuole. Con la congregazione del SS. Sacramento ho organizzato eventi di beneficienza nei confronti di famiglie meno fortunate.
Nel 2012 sei stata la prima donna a rivestire la carica di superiore della congregazione, cosa è cambiato per te da allora?
Per me è stato un obiettivo che mi ha inorgoglito e mi ha gravato nel contempo di una grande responsabilità. Facevo parte della Congregazione da tempo, ma con il ruolo di Superiora, che reputo un pregio del quale sono grata, ho avuto la possibilità e l’onore, oltre di rappresentare gli stessi confrati che mi hanno dato fiducia, di svolgere azioni che mettono in relazione la Congregazione con il territorio. Da allora ho cercato di integrare il ruolo religioso, che da sempre ha svolto la Congregazione, con quello di utilità sociale a favore del prossimo. La congregazione deve aprirsi al territorio in cui opera, coniugare tradizione ed innovazione, affiancando alle manifestazioni dei riti religiosi iniziative di utilità sociale, come ho cercato sempre di fare dal 2012 ad oggi.
Appari sicuramente come una donna vulcanica, piena di vitalità e che guarda al prossimo, ma cosa fa invece Piera Provenzano quando dedica alcuni momenti a se stessa? Hai qualche hobby?
Il mio hobby è il nuoto: l’acqua, infatti, mi trasmette il senso dell’infinito.
Il ruolo di docente, il volontariato e i progetti di legalità insieme alle scuole ti hanno portato a conoscere più da vicino non soltanto tanti studenti, ma anche diversi bambini provenienti dai quartieri più a “rischio”. Cosa pensi della giovani generazioni?
Non credo che i giovani d’oggi siano diversi da quelli di ieri come sostanza umana, poiché i concetti fondamentali della democrazia, della tolleranza, del diritto, dell’uguaglianza sono molto diffusi. Le giovani generazioni sono il seme che dobbiamo piantare e coltivare con la cultura, per un futuro migliore fatto di persone competenti.
Una canzone che ti trasmette piacevoli emozioni
Che le canzoni e la musica scatenino emozioni e sensazioni si sa, nel mio caso si tratta di musica strumentale: nello specifico, l’armonia di suoni, racchiusa nel Valzer per la colonna sonora del film di Stanley Kubrick, “Eyes Wide Shut”.
Crisi e povertà colpiscono sempre più al giorno d’oggi la società. Cosa può fare ognuno, anche in piccola parte, per aiutare coloro che hanno più bisogno?
La crisi economica-finanziaria ha determinato l’estensione dei fenomeni d’impoverimento a vasti settori di popolazione italiana e non sempre coincidenti con i “vecchi poveri” del passato. Purtroppo il nostro sistema di Welfare evidenzia un’incapacità a fronteggiare le nuove aree di disagio, è necessario e fondamentale, dunque, investire molto di più nelle persone, la parola esatta è “ri-generare”.
una persona che stimi particolarmente
Lorenzo Provenzano, mio padre.
Se dovessi descrivere la realtà bagherese, sulla base delle manifestazioni presenti e del turismo, come la definiresti?
un’occasione mancata. Come buona parte dei bagheresi devo constatare come la classe dirigente che guida questa città non è in grado di cogliere le occasioni e di mettere a sistema, ai fini di un conveniente utilizzo turistico e di promozione del territorio, le straordinarie risorse di cui gode il nostro comprensorio. Il Comune di Bagheria è proprietario, da solo, di Villa Cattolica, di Palazzo Cutò, di Palazzo Butera, della Certosa, ma non riesce a sviluppare una politica idonea a mettere a sistema tali beni architettonici ed attrarre flussi di visitatori che potrebbero contribuire, seppur in modo non risolutivo, a dare opportunità di lavoro. Sono convinta – consapevole di non essere sola in tale convincimento – che andrebbe attuata una politica di concertazione tra l’Amministrazione Comunale, proprietaria di ben quattro importanti beni architettonici di pregio e altri proprietari di Ville, per programmare eventi che attraggano flussi. Niente di tutto ciò.
Quali sono, secondo te, nella vita i valori più importanti a cui una persona deve richiamarsi?
I valori che guidano la nostra vita ci fanno prendere determinate strade piuttosto che altre, possono anche cambiare, ma sempre ci indicheranno chi siamo. Sono principi morali ed etici, positivi e importanti: perdono, onestà, libertà, amore, rispetto per la vita e per gli altri.
e se d’improvviso ti trovassi ad essere governatrice della Sicilia, quali propositi metteresti in atto per dare un impulso al
popolo e all’economia dell’Isola?
Amministrare è compito arduo ed enunciare le cose da fare è cosa ben diversa dal metterle in atto. Tuttavia, mi occuperei subito, in ordine di importanza ed impellenza, del problema della disoccupazione giovanile che affligge i giovani dai 18 ai 35 anni e che in Sicilia supera il 40%, prima regione in Italia in senso negativo. Va fatta una politica che dia prospettive di lavoro ai giovani e li mantenga nella nostra Regione. Va poi affrontato, come si fa nei paesi più avanzati di noi, il problema della gestione dei rifiuti, costruendo moderni termovalorizzatori ed adottando tutte le pratiche di riciclo, riuso e di appropriata gestione dei rifiuti. Finché la Sicilia non riesce a dare soluzione a questo problema non potrà mai mettere mano ad una gestione efficiente delle proprie risorse naturali, ambientali ed architettoniche. Non si può fare turismo di qualità se non si dispone
di un ambiente accogliente: risolviamo il problema dei rifiuti e renderemo più accogliente la nostra terra. Come terzo obiettivo mi occuperei delle nostre risorse agricole. Per il clima e le condizioni ambientali, in Sicilia disponiamo di un vantaggio competitivo nella produzione di agrumi ed ortaggi. Tali risorse vanno salvaguardate e valorizzate.
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