Tra le tante notizie che riguardano la nostra toponomastica, ne ho scelto alcune che – sono certo – saranno gradite ai lettori, perché fanno parte della storia di Bagheria e, tranne qualche eccezione, non sono state mai divulgate.
Via Roma e via Diego D’Amico.
I nostri concittadini forse non sanno che la via Roma, un tempo, aveva un tracciato diverso da quello attuale. Il 10 ottobre 1931, il Podestà, ing. Lorenzo Corselli, su invito del Prefetto di Palermo del 30 luglio 1931, mise in attuazione quanto voluto dal Governo centrale che così recitava: “Con l’inizio dell’anno X E.F. (anno decimo dell’Era Fascista) tutti i centri urbani dei comuni devono avere una via non secondaria con il nome di ROMA”.
Questa la delibera di attuazione: Il Podestà, accogliendo la proposta con vivo entusiasmo e inteso il parere favorevole della Consulta Municipale, delibera di destinare al nome di Roma la via di nuova prossima costruzione, larga metri 18, in
prosieguo del Corso Umberto I e la Piazza Garibaldi, ove deve sorgere un grandioso edificio già in fase di costruzione. (ASP – Pref. di Palermo A.G. 1913-1939 – Buste 251-253).
Il tracciato, in linea di massima, andava dalla piazza Garibaldi fino al punto in cui iniziava l’attuale via De Spuches. Meno di venti anni dopo, intanto, e precisamente il 6 agosto 1947, moriva improvvisamente l’on. Diego D’Amico, Alto Commissario
per l’Igiene e la Salute pubblica, docente di Oftalmologia all’Università di Roma. Il Consiglio comunale, anche in nome di
tutta la cittadinanza, sentì il dovere di dedicargli una via importante e ritenne che quella più consona fosse la via Roma. Così in
data 3 luglio 1948, la Giunta comunale deliberò di intestare a Diego D’Amico la preesistente via Roma e denominare via Roma
la nuova strada che era in fase di realizzazione, cioè quella attuale che si congiunge con via Paisiello.
Com’è nata la piazzetta Cavour.
Il quartiere attorno alla piazzetta, anticamente, era identificato “nno Batiuotu”, perché un signore di Villabate in quella zona possedeva un pastificio e, quindi, prima che le strade fossero intestate a personaggi storici come lo stesso Cavour, Giuseppe Garibaldi e Francesco Crispi, quel commerciante rappresentava sia una via, sia un intero quartiere, denominato anche “Jusu”.
C’è da ricordare, inoltre, che questa piazzetta esiste perché il Consiglio comunale, con deliberazione del 23 febbraio 1908, nel concedere alla famiglia Favazzi l’autorizzazione a cedere i suoi terreni per costruirvi delle case, impose e ottenne che una parte
del terreno fosse lasciato libero, onde consentire “la creazione di una banchina centrale di una piazzetta contornata da tutti i 4
lati da strade”. In questa piazzetta, infatti, oggi, confluiscono o si dipartono le seguenti vie: Gigante, Sacerdote Castronovo,
prolungamento di via Gigante e la stessa via Favazzi.
Ridenominazione vie
La Giunta comunale, in data 14 marzo 1923, deliberò di dare una nuova denominazione alla via Consolare, dedicandola
all’onorevole Giuseppe Scialabba. Poco tempo dopo, però, e precisamente il 5 ottobre 1924, la delibera fu annullata dal nuovo Consiglio comunale, presieduto dal sindaco, farmacista Francesco Paolo Di Pasquale, con la seguente motivazione:
…“Ciò perché l’importante rotabile provinciale Palermo-Messina, nata da secoli, per evidentissimi motivi d’indole tradizionale e storica rappresenta un simbolo per Bagheria. Infatti, la cittadinanza non aveva accolto di buon grado tale decisione presentando reclami e petizioni”.
L’intestazione di una via all’avv. Giuseppe Scialabba, del resto, non era altro che un contentino che il Partito Democratico Popolare di Bagheria voleva fargli, ma non era del tutto giustificato. Infatti, mentre una via, in precedenza dedicata all’on.
Francesco Aguglia dei Democratici Liberali, si basava su un’attività molto proficua e vantaggiosa svolta dal suddetto a favore di
Bagheria, quale rappresentante del Collegio per oltre un ventennio, l’avvocato Scialabba era stato eletto deputato nelle Legislature XXV e XXVI (dal mese di dicembre 1919 al 25 gennaio 1924), periodo in cui era deputato anche il nostro Giuseppe Cirincione.
Nella nostra città, l’avvocato Scialabba, a ogni buon conto, era molto conosciuto e apprezzato perché aveva contribuito con comizi e altre manifestazioni a far diventare minoranza quella che era stata per oltre cinquant’anni detentrice del potere nella nostra città.
Era anche presidente onorario della locale Lega Picconieri. Costruzione di una nuova strada d’accesso alla stazione ferroviaria
Il Consiglio comunale, presieduto dal sindaco Cav. Luigi Castronovo, riunitosi il 24 novembre 1912, deliberò di fare voto all’Amministrazione delle Ferrovie di realizzare un’altra via di congiunzione e di comunicazione con la stazione ferroviaria, tramite la via Consolare.
C’era, infatti, una lamentela generale da parte di tutti gli utenti per le criticità di via Stazione. L’amministrazione comunale faceva rilevare a quella delle Ferrovie quanto segue:
“per l’unica via che conduce alla stazione ferroviaria, giornalmente transitano tanti pedoni, carri, carrozze, traini e altri veicoli
carichi di materiale e in numero che oramai detta via non è più sufficiente alle esigenze del traffico giornaliero; – tale transito rende la via stessa in uno stato così deplorevole da farla paragonare ad una via di campagna e in modo da provocare legittimi reclami da parte dell’intera cittadinanza;
– l’Amministrazione comunale ogni anno spende somme considerevoli per manutenzione della via, ma ogni sacrifizio finanziario torna vano inquantochè il traffico enorme che ivi viene sviluppato dai veicoli carichi di materiale da costruzione che affluiscono alla stazione rovina le riparazioni eseguite;
– l’unico rimedio per ovviare a tale lamentato inconveniente sarebbe quello di costruire una via d’accesso alla stazione ferroviaria da parte della via Consolare e stradella Parisi, per la quale i carri carichi di materiale da costruzione dovrebbero transitare per recarsi al caricatoio;
– -il nuovo tratto di via da costruire è brevissimo, e mentre tornerebbe a vantaggio della via Stazione, arrecherebbe anco dei
vantaggi al nuovo piano costruito dall’Amministrazione delle Ferrovie e nei nuovi locali della Stazione che non verrebbero più
danneggiati dal traffico sopra lamentato”.
Il Consiglio comunale, concludendo la sua dettagliata relazione, faceva voto vivissimo all’Amministrazione delle Ferrovie dello
Stato perché “voglia prendere in considerazione la domanda del Comune e provvedere alla costruzione di una nuova stradella di accesso alla stazione ferroviaria dalla parte della via Consolare e stradella Parisi che, per la brevità del tratto, non potrebbe importare che una spesa limitatissima”.
La copia della delibera fu pure inviata all’on Aguglia affinché caldeggiasse la richiesta e si adoperasse presso le Ferrovie dello
Stato per esaudire le giuste aspirazioni della nostra città.
La via Maestro D’Acqua
Questa via non si riferisce a un insegnante con questo cognome, ma a un operatore molto competente nel settore idrico (magister acquarius) che oggi chiamiamo fontaniere o idraulico. Anche Palermo ha dedicato una via a queste maestranze specializzate, denominata “dei Maestri d’acqua”, perché ce n’erano più di uno.
Vie di Palermo intestate a bagheresi illustri
Per la curiosità dei lettori, segnalo che ben oltre 250 vie di Palermo e di Bagheria hanno l’identico toponimo e che Palermo ha dedicato tredici strade a nostri concittadini: Giuseppe Bagnera, Giuseppe Cirincione, Castrense Civello, Andrea Coffaro, Diego D’Amico, Vincenzo Fuxa, Renato Guttuso, Pietro Inzerillo, Domenico Quattrociocchi, Salvatore Raspante, Francesco Scaduto, Ciro Scianna, Onofrio Tomaselli. [Nella foto Via Diego D’amico – Altezza Scuole Carducci]
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