Ambiente, turismo e strategie di valorizzazione del territorio: sono alcuni spunti di riflessione per una chiacchierata con Bartolo Di Salvo, ingegnere dal passato politico noto nell’ambito dell’amministrazione della città. Alle domande su temi quali l’importanza dei servizi e la sicurezza degli edifici scolastici, emergono considerazioni dal sapore dolce amaro, per le quali non viene meno, tuttavia, nel corso del nostro a tu per tu, la ferma volontà di sperare in futuro promettente per le nuove generazioni.
Se il suo biglietto da visita potesse parlare cosa direbbe?
Direbbe che sono un uomo che ama la sua città, impegnato da sempre nella valorizzazione del territorio. Un passato in politica con diversi incarichi nell’ambito dell’amministrazione della città.
Cosa le rimane di questa esperienza?
Sicuramente le relazioni umane. Grazie alla mia esperienza in politica, ho avuto modo, in particolare, di conoscere tantissime persone che con la loro positività ed abilità hanno contribuito al bene della città. Ritengo, tuttavia, che alcune di queste, al giorno d’oggi, non siano state particolarmente valorizzate e che, in alcuni contesti, siano prevalsi interessi più politici o di partito. Invece, quando il fine principale è lo sviluppo del territorio, ho sempre pensato che fosse opportuno mettere da parte il colore di appartenenza, collaborando all’unisono per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
A proposito di politici, molti di loro puntualizzano di essere “al servizio dei cittadini”, ma pare che la maggior parte dei
cittadini non la pensi così. Sempre più privati ed associazioni, infatti, cercano di provvedere, indipendentemente dalla politica,
alle problematiche che affliggono il territorio.
Lei cosa pensa di questa situazione?
E’ una situazione emblematica, espressione di fallimento generale della politica. Del resto, nel momento in cui non vengono garantiti alla collettività servizi e strumenti, funzionali a rendere vivibile e migliore la città, questa definizione smette di avere senso. Se poi i cittadini, privati o riuniti in associazioni, riescono laddove la politica fallisce, non può che crescere un maggiore sentimento di avversione verso quest’ultima. Penso poi che tutto dipenda dalla scelta della maggioranza, nel senso che chi rappresenta il cittadino racchiude le pretese del cittadino stesso.
Tutelare l’ambiente e valorizzare il territorio a Bagheria: quali, secondo lei, le strategie da potenziare o mettere in campo ?
La strategia chiave è puntare ai servizi, sia per creare sbocchi occupazionali nell’ambito per esempio dell’artigianato sia per
incrementare il turismo. Che Bagheria abbia un patrimonio culturale ed ambientale di notevole qualità è un dato di fatto, ma oltre a tutelarlo è necessario renderlo più accessibile attraverso il potenziamento delle infrastrutture e il miglioramento della viabilità. Un ruolo importante ha poi la zona marinara di Aspra, che può certamente essere fonte di di crescita per il nostro territorio.
Passando, invece, alla sviluppo urbano. Pensa che ci sia un legame tra l’espansione urbanistica di Bagheria e il declino della coltivazione dei limoni, un tempo fiore all’occhiello della “città delle ville”?
Non c’è una correlazione stretta, ma parziale. Sul limone in passato ha prevalso, per così dire, il mattone: la fine dell’agricoltura
a Bagheria è più legata a scelte commerciali, che hanno portato, intorno agli anni ’80, all’abbandono progressivo dei terreni. Il
fatto che da una parte lavorare la terra sia molto faticoso, dall’altra che nel mercato globale, i nostri prodotti, anche se di ottima
qualità, non siano competitivi in termini di costo, rispetto a quelli degli altri Paesi, ha certamente determinato il decadimento della coltivazione dei limoni Ora però i giovani vogliono tornare all’agricoltura, ci sono anche diversi finanziamenti non irrilevanti E’ un settore che può sicuramente garantire sbocchi lavorativi, ma penso che si tratti di un’agricoltura di nicchia, perché questa città non ha un’estensione tale da giustificare la realizzazione o la ricreazione di una filiera specifica di
produzione.
Ed invece, cambiando ambito, cosa pensa della possibilità di dotare gli edifici scolastici di un certificato che ne attesti stabilità e sicurezza?
Con questa domanda non può che venirmi in mente il crollo del soffitto della scuola “Cirincione”, avvenuto lo scorso anno. Nell’ambito della certificazione, in termini di sicurezza degli edifici scolastici, il provvedimento deve essere salutato con grande favore. Mancano comunque le risorse per una manutenzione programmata delle strutture pubbliche e probabilmente in passato non c’ è mai stato un concreto controllo delle tecniche e dei materiali impiegati nella realizzazioni degli immobili. Resta comunque il fatto che, certificati a parte, le strutture che accolgono i nostri figli dovrebbero essere sottoposte ad analisi strumentali, che ne garantiscano l’agibilità e la sicurezza. Insomma, prevenire è il miglior strumento per evitare eventi drammatici.
Tre aggettivi per descrivere Bagheria
Bella, stimolante, ma difficile
Come trascorrerà questo torrido agosto?
Nel medesimo modo con cui lo passo ormai da circa cinque anni. Essendo papà di un ragazzo autistico, ogni anno a metà
agosto, andiamo in una località del Gargano dove per una settimana cerchiamo di conciliare l’utile al dilettevole: noi ci
riposiamo e mio figlio lì svolge delle attività ricreative specifiche.
Ma come mai parte? Su questo versante il territorio non offre servizi opportuni?
Purtroppo no e lo dico con molta tristezza nel cuore. Dobbiamo spostarci necessariamente, in particolare per la Tma (Terapia Multisistemica in Acqua), una metodologia che utilizza l’acqua per far attivare ed esternare emozioni e sensazioni. Si tratta di una terapia che dà ottimi risultati, ma che è offerta nel territorio nazionale da pochissimi professionisti.
In conclusione le chiedo: qual è la sua città ideale?
E’ questa, è Bagheria nella misura in cui riesca ad offrire alle nuove generazioni le opportunità per costruirsi la propria vita.
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