Il Sindaco replica all’indagine a suo carico: un attacco ad orologeria

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“E’ un attacco ad arte, un attacco ad orologeria si mette dentro di tutto per attaccare un sindaco e un’amministrazione Cinque stelle a meno di due mesi dalle elezioni regionali”.

Così il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, commenta l’indagine della Procura di Termini Imerese che lo vede indagato assieme ad altre 21 persone.

Il sindaco aggiunge: “Siamo sereni, abbiamo sempre fatto ogni scelta alla luce del sole e per il bene della comunità e della città”.

In una nota Patrizio Cinque spiega che “nello specifico le indagini vertono su bandi di gara che riguarderebbero il noleggio di automezzi per la raccolta dei rifiuti”, e per quanto concerne il capo di imputazione contro il sindaco l’affidamento della gestione del palazzetto dello sport di Bagheria di proprietà della Provincia e un abuso edilizio di un parente del primo cittadino.

“Voglio assicurare che tutti i dipendenti che sono coinvolti nell’inchiesta sono tutte ottime persone, ligie al dovere, stavano solo espletando le consuete procedure e stiamo valutando di mettere a disposizione di tutti i dipendenti coinvolti l’avvocato comunale dal momento che questo è un attacco al Comune tutto”, sostiene.

“Dimostreremo non solo la totale estraneità ai fatti contestati – sottolinea il sindaco – ma dimostreremo con atti, verbali e documenti come abbiamo compiuto ogni gesto alla luce del sole, nell’interesse dell’amministrazione”.

“Sul palazzetto dello sport poi è assurda l’accusa del momento che proprio io avevo sottolineato come non si dovesse procedere ad un affidamento diretto ma valutare l’entrata del pubblico nella gestione, proponendo il comune di Bagheria quale capofila in un progetto che coinvolgesse pubblico e privato”, sottolinea il sindaco relativamente al capo di imputazione di turbativa sulla gestione del bene.

“Dimostreremo nelle sedi opportune che è un attacco ad orologeria che ci stupivamo quasi stesse tardando ad arrivare visto l’avvicinarsi delle elezioni”, conclude. In merito all’obbligo di firma il sindaco e i dipendenti coinvolti si sono rivolti ai loro legali per la revoca di tale misura cautelare.

da il Fatto Bagherese


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