Speciale su Bagheria oggi all’interno del Giornale di Sicilia.

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Bagheria è un territorio a forte vocazione agricola e turistica per storia, tradizione e vocazione.
Per rafforzare la vocazione turistica del territorio va attuata una strategia, che ponendo la centralità dei settori dell’agroalimentare e dell’enogastronomia, leghi questi ambiti produttivi, alla valorizzazione del patrimonio dei beni culturali (Le Ville del Settecento, il sito di Solunto e tutti i beni monumentali e storici del comprensorio).

Settori che sono “moltiplicativi di ricchezza”, capaci cioè di generare un impatto economico direttamente nei proprio indotti e, indirettamente, negli altri ambiti produttivi. Il turista, d’altronde, viene nel comprensorio bagherese e i dati delle presenze nelle ville settecentesche, nei musei e nei siti archeologici, lo testimoniano. Bisogna trattenerlo quantomeno per garantire un pernottamento ed evitare il “mordi e fuggi” legato ad una visita giornaliera.

Occorre intercettare una fetta del turismo in forte crescita in Sicilia. L’Isola conta oltre 14,5 milioni di presenze turistiche e la provincia di Palermo intercetta il 20% di questo flusso, infatti i dati di crescita degli arrivi, nel 2017, all’aeroporto Falcone -Borsellino lo dimostrano. Il boom di presenze turistiche a Palermo frutto anche del riconoscimento del percorso arabo-normanni come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’ UNESCO e di Capitale Italiana della Cultura per il 2018, può fungere da traino per Bagheria e il suo comprensorio.

Occorre, però, produrre lo sforzo per definire quel prodotto complesso “destinazione turistica”, comprendente tutti gli elementi della vacanza (cultura, enogastronomia, tradizioni, ospitalità, ambiente, ecc.) che consente al turista di entrare in sintonia con il luogo, vivere esperienze emozionali, in un contesto di qualità totale e di efficienza, colmando il buco del tragitto Palermo – Cefalù, creando così le condizioni affinché i tour operator o il turista-viaggiatore programmino quantomeno un pernottamento.

D’altronde il comprensorio bagherese a fortissima connotazione identitaria, ricco di storia, di cultura, di beni architettonici, archeologici, di bellezze naturali ed ambientali, di tradizioni popolari, di colori, di sapori, d’odori, con un enorme e unanimemente apprezzato patrimonio gastronomico.
L’elemento di forza della gastronomia bagherese risiede nel fatto che si basa sulla fusione e simbiosi tra la cultura e la tradizione contadina che ha permeato per decenni la storia e l’economia della comunità e la cultura marinara.

I prodotti della terra (olio, limone, pomodori, pane, acciughe, formaggi, vino etc…), nelle ricette tradizionali si combinano e si fondono in un mix gradevolissimo e prelibato, con il patrimonio ittico del pescato locale ( tipico esempio; lo sfincione bianco le sarde a beccafico o la pasta con le sarde).
Oggi, la gastronomia, svolge la funzione di comunicare una tradizione, di generare valore nel territorio, di attrarre l’interesse dei viaggiatori e dei media, e di esprimere importanti ricadute sullo sviluppo sociale ed economico e sulla promozione dello stesso.

A questo proposito va registrato il successo e il riscontro ottenuto dagli eventi organizzati nel territorio con il proposito di valorizzare i prodotti tipici locali: il Verdello Fest che celebra il rilancio del limone verdello come simbolo dell’identità territoriale nel tentativo di attivare una micro-filiera produttiva, con un evento che lega la storia, la tradizione, la memoria collettiva ai vari settori della vita economica e culturale della Città , “Ciauru ri astrattu” , giunta già alla terza edizione, svoltosi nello scenario impareggiabile del Lungomare di Aspra e lo” Sfincione Fest” che promuove “Lo Sfincione bianco di Bagheria”, molto apprezzato dai consumatori, con l’intento di avviare, con la collaborazione dei panificatori, un percorso per tutelare, promuovere, valorizzare e tramandare il valore storico, culturale, sociale ed economico del tipico prodotto locale. Manifestazioni che dimostrano l’efficacia della formula che vede la promozione dei prodotti agro-alimentari, legati all’identità, come strumenti formidabili di marketing turistico e di sviluppo del territorio.

A significare il valore dello sfincione bagherese e il favore presso i consumatori sarà la sua presenza, in veste di protagonista allo Sfincione Festival, che si svolgerà il 24 e il 25 febbraio a Palermo, presso Sanlorenzo Mercato, un mercato che raccoglie in modo rappresentativo le più belle realtà enogastronomiche di tutta la Sicilia.

Articolo scritto da Michele Balistreri, giornalista pubblicista e Presidente dell’associazione “La Piana d’Oro”, impegnata nella valorizzazione turistico-rurale del comprensorio palermitano, attraverso l’organizzazione di eventi volti alla valorizzazione dei prodotti tipici locali, la progettazione e attuazione di politiche di sviluppo sostenibile territoriale e l’attivazione di percorsi formativi legati all’educazione ambientale ed alimentare .

 


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