In momenti così difficili dal punto di vista sociale ed economico, i furti, come qualsiasi altro episodio di microcriminalità, non stupiscono, piuttosto rappresentano il normale corollario di quel malessere vissuto a tutti contesti e livelli.
Bagheria, in questo senso, non è nuova a eventi del genere, ma tutto sembrava rientrare persino nella normalità data dalla condizione terribilmente stagnante in cui viviamo da qualche anno a questa parte. Quanto verificatosi, però, la
scorsa notte alla Chiesa Madre è qualcosa che va ben oltre, che fa male, malissimo all’intera città di Bagheria.
Una valutazione che trascende il quantitativo del bottino rubato, a quanto pare dal valore tutt’altro che banale, comprendendo oggetti in oro e argento, televisori, microfoni, e persino il denaro frutto delle offerte dei fedeli durante le messe.
A dispiacere è che a essere colpito sia un autentico simbolo di Bagheria. Della sua storia. E con tutte le difficoltà del momento anche del suo presente, mantenendo salva la sua funzione di luogo di ritrovo per tutti i concittadini. Di luogo di condivisione (uno dei pochi rimasti in città). Più semplicemente di luogo dove poter vivere la centralità della propria Bagheria.
Un luogo, che al di là della sporcizia, del caos incontrollato dei parcheggi e del traffico nei dintorni, ha sempre rappresentato qualcosa di cui andar fiero, da guardare da lontano o da vicino con ammirazione, con stupore. è così certamente per i numerosi fedeli che seguono le messe quotidiane e domenicali.
E lo è altrettanto per tutti coloro i quali godono quotidianamente della piazza antistante la chiesa. Giovani e meno giovani. Basta guardare le reazioni, di sconforto e di rabbia, manifestate sul web da numerosi cittadini alla lettura della notizia. Un sentimento assolutamente condivisibile. Non solo perché il furto ha finito per interessare un luogo apparentemente insospettabile, come lo possono essere tutte le chiese della città o gli edifici pubblici, diventato
in una notte terra di conquista per delinquenti, manco fosse una lussuosissima villa.
Ma, ancora di più, se si vanno ad analizzare le dinamiche dell’accaduto. Nonostante la conformità della zona si presti a essere tutt’altro che desolata e disabitata, i ladri hanno potuto agire indisturbati, senza che nessuno abbia sentito o visto nulla.
Una stranezza, per certi versi, vista la concentrazione di case nei dintorni della chiesa. Eppure non lo è se si pensa che i ladri hanno potuto usufruire di un prezioso alleato: il buio. Già, il buio. Non è di certo una novità che, da settimane, la zona, come molte altre in città, sia perversata da una totale oscurità determinata dal mancato funzionamento dell’illuminazione pubblica.
Una situazione, questa, a dire il vero che in modo alterno si verifica da anni, che però nelle ultime settimane, è diventata pressochè cronica. Al punto che più volte i residenti, anche tramite i social, avevano denunciato il disservizio. Appelli, puntualmente, caduti nel vuoto. Adesso, visti i fatti, è inevitabile che tra i residenti e tra tutti i cittadini aumenti la preoccupazione, la paura che quanto avvenuto possa non essere un fatto isolato.
Tanto alle autorità che presidiano il territorio, quanto all’amministrazione comunale, il compito di dar un segnale,
affinchè facciano “luce” sulla vicenda per punire gli autori del reato e soprattutto “riaccendano la luce” su tutte le zone interessate dal disservizio.
Articolo di Mario Montalbano
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