Candidata bagherese nella lista di +Europa per le Elezioni Europee di domenica 26 Maggio
I cittadini bagheresi torneranno alle urne nella giornata di domenica 26 maggio, per il rinnovo del Parlamento Europeo. Fra i candidati della circoscrizione insulare per l’Italia (che comprende Sicilia e Sardegna), vi è anche la giovane bagherese Maria Saeli, che ha deciso di aderire al movimento +Europa.
Con una Laurea in Storia dell’Arte conseguita a Milano, un Master in museologia e gestione dei beni culturali, e una nuova laurea in Giurisprudenza in corso di acquisizione, Maria Saeli, classe 1988, si presenta per concorrere in una competizione elettorale, dove sono in palio 73 seggi, all’Europarlamento di Strasburgo, spettanti all’Italia.
Il Settimanale di Bagheria ha voluto chiedere alla giovane candidata, un’intervista, che siamo ben lieti di pubblicare in questo numero.
Maria, perché hai scelto di candidarti per una tornata elettorale che si prospetta difficile, per molti aspetti?
Perché bisogna sempre mettere impegno in ciò che si fa e in quello in cui si crede, a prescindere da quanto possa essere difficile l’obiettivo che ci si prefigge. Noi stiamo sfidando la corrente.
E la sfida di oggi è quella di una intera generazione, di un territorio come il nostro che è stato lasciato indietro. La sfida è quella di ridare dignità ad una terra meravigliosa come la nostra, non importa quanto possa essere difficile o lungo il percorso.
Ecco perché ho deciso di esserci, convintamente. Perché sono convinta che bisogna poter contare di più e ridare speranza e certezze ai nostri territori.
Perché hai scelto proprio +Europa?
Ho scelto + Europa perché è l’unico partito autenticamente europeista, un partito che ha fatto dell’Europa il proprio obiettivo, già nella scelta del nome – che non è solo un simbolo in prossimità di una tornata elettorale. Sono convinta che bisogna avere +Europa, anche in Italia ed soprattutto in Sicilia.
Ho scelto +Europa perché riteniamo che bisogna difendere i diritti delle persone, sempre; che bisogna tutelare la dignità dei nostri territori, e che per farlo è importante far sentire la nostra voce, proprio in Europa.
Una Europa che bisogna riformare, di sicuro, a partire da politiche comuni, da un mercato del lavoro comune; riformata e federale per essere ancora più forti.
In un Europa che continua a dividersi fra sovranisti ed europeisti, senza concludere nulla di concreto, qual è secondo te la soluzione?
L’unica soluzione è lo stare insieme, ancora di più se possibile. Non è pensabile che 27 Stati singolarmente possano influire sulle dinamiche mondiali senza esserne schiacciati. Le questioni più importanti, come quelle climatiche, economiche e sociali possono essere affrontate seriamente solo all’interno di un contenitore più grande, che è per l’appunto l’Europa.
Da una parte la Cina e la Russia dall’altra gli Stati Uniti, le super potenze mondiali, dove pensiamo di poter andar da soli?
Cosa crediamo di poter contare e come incidere se restiamo ognuno per sé? Ecco perché servono gli Stati Uniti d’Europa.
La tua personale opinione sulla questione dell’immigrazione.
I flussi migratori sono sempre esistiti e sempre esisteranno. L’immigrazione è una questione – e non un problema – che va affrontata nelle sedi opportune. Fino ad oggi ogni Stato ha deciso per sé, vedi l’Italia, l’Ungheria, la Francia.
Ognuno singolarmente. Il trattato di Dublino va sicuramente rivisto, non ci sono dubbi. E la questione va affrontata comunitariamente; non è pensabile che su argomenti così importanti e delicati non esista una politica europea comune ma che si continui ad affidarsi alla politica interna dei singoli Stati.
E mentre noi litighiamo per le quote da accogliere, se prima vengono gli italiani o i francesi o i tedeschi, delle vite umane rimangono in mare in balia di nessuno. Da abitante di questo pianeta, da essere umano, prima vorrei si pensasse ad aiutare chi è in difficoltà e poi parlare della possibilità o meno di poter restare in Europa, se se ne ha diritto o meno.
In un paese come l’Italia, il populismo che raggiunge livelli molto alti, non è l’unico problema. Il preoccupante calo di affluenze, può decidere l’esito delle elezioni. Cosa diresti per convincere gli indecisi o gli scettici a votare per +Europa?
Direi che non possiamo pensare, da Siciliani, di poter vivere fuori dall’Europa, di non avere Europa o averne sempre di meno. Pensiamo solamente ai nostri Comuni, agli Enti locali. I fondi statali destinati ai Comuni sono esigui, quelli regionali ancor di meno; l’unica possibilità per un Comune siciliano di poter programmare azioni ed opportunità per noi cittadini ci viene data proprio dall’Europa e dai fondi comunitari. Pensiamo al Fondo Sociale Europeo ad esempio, al fondo europeo per lo sviluppo regionale, ai fondi per l’agricoltura etc.
E’ vero, fino ad ora tra cittadini ed Europa c’è stato un gap, che si sente maggiormente in questo ultimo periodo, probabilmente anche a causa di una politica che ha parlato alla pancia delle persone e non alla testa. Mi chiedo, è mancata l’Europa per la Sicilia, per i nostri territori o sono mancati i politici siciliani che hanno fatto valere le ragioni dei siciliani in Europa?
Quando penso che, nonostante tutti i fondi a disposizione della Sicilia, l’87% (circa) delle risorse che dovrebbero servire per creare sviluppo, lavoro, occupazione, infrastrutture vengono restituite all’Europa perché non si è stati capaci di portarle a casa.
Ecco, l’Europa è opportunità, è ricchezza e noi siamo convinti che proprio per queste ragioni serva +Europa anche in Sicilia.
Nicola Scardina
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