Fossi, anzi voragini, crateri e trincee costellano da un capo all’altro la via Antonio Vivaldi dove il malcapitato automobilista è chiamato ad un pericoloso slalom, spesso rimettendoci braccetti e sospensioni della propria auto. Quando a passare per la via è uno scooterista, se è esperto riesce ad evitare le buche con un colpo di bacino, se non lo è rischia seriamente l’osso del collo.
È vero che la via Vivaldi si trova all’estrema periferia sud-est, a due
metri dalla linea di confine con il comune di Santa Flavia, ma ciò
non costituisce una buona ragione perché venga vergognosamente abbandonata a sé stessa, priva da anni di manutenzione.
Non è degno di un paese civile.
E poi la suddetta via, ancorché considerata di periferia e a trenta
passi dalla “Caravella” e quindi da via Papa Giovanni, è battuta
da una miriade di veicoli che la sottopongono a particolare usura.
Raramente, anzi mai, o solo in casi di emergenza, si fa vivo qualche vigile urbano la cui presenza tornerebbe peraltro utile al fine di sanzionare i veicoli posteggiati, nonostante il severo divieto di sosta che prevede addirittura la rimozione forzata, nel tratto di via Vivaldi che inizia dalla confluenza con via Benvenuto Cellini.
Ed è proprio in quel tratto, particolarmente angusto, che si rischia
l’incolumità personale e l’incidente meccanico poiché, essendo la carreggiata occupata da incivili, l’automobilista in transito incappa ineluttabilmente nelle buche e vi finisce dentro con conseguenze facilmente immaginabili.
Articolo di Giuseppe Fumia
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