Più volte abbiamo dato spazio alla memoria di un bagherese, Gianni Mineo, eroe di guerra che durante il secondo conflitto mondiale sventò, assieme al commilitone Giuseppe Rosadi, una strage di 209 civili alla “Chiassa” nell’aretino.
Dell’eroico gesto dei due militari italiani ne siamo venuti a conoscenza grazie allo scrittore e storico toscano Santino Gallorini, studioso aretino che ha riportato alla luce la storia dei due eroi. Qualche giorno fa abbiamo ricevuto la notizia che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto incontrare Gallorini dopo che lo aveva contattato il Quirinale per riportare alla luce la storia dei partigiani Mineo e Rosati.
Dell’incontro è stato prodotto un articolo recentemente pubblicato sul “Corriere di Arezzo” e pervenuto alla nostra redazione grazie a Santino
Gallorini.
Michele Manna
“Incontro riservato di Mattarella con Santino Gallorini”
“Mi ha ringraziato stringendomi le mani”.
Quando Santino Gallorini esce dal Centro affari verso le 19, ha
gli occhi lucidi dalla commozione.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto incontrarlo prima di lasciare Arezzo. Sì, ha chiesto proprio di lui, dello studioso aretino che ha riportato alla luce la storia di Gianni Mineo e Giuseppe Rosadi, i due partigiani che il 29 giugno 1944 sventarono la strage di 209 civili alla Chiassa.
“Mattarella mi ha ringraziato, stringendomi entrambe le mani,
sorrideva e trasmetteva grande cordialità”, dice Gallorini. “semplice e solenne al tempo stesso, ha scambiato con me alcune parole: si ricorda benissimo di questa vicenda che lo ha colpito molto”.
Gallorini spiega: “Al Quirinale avevo fatto pervenire i due libri, frutto delle ricerche fatte negli anni, affinché venissero riconosciuti i meriti di quei due uomini. E Mattarella, a più riprese, mi ha inviato biglietti firmati di suo pugno per esprimere soddisfazione, interesse, gratitudine”.
Una pagina di storia aretina, italiana, quella della Chiassa, che fino a una manciata di anni fa era ignota. La storia del salvataggio dei civili che i tedeschi avevano rastrellato e rinchiuso nella chiesa del paese e che sarebbero stati uccisi – altra carneficina come a Civitella, San Polo e in altri luoghi – se non ci fossero stati Mineo e Rosadi.
I due partigiani infatti riuscirono a condurre a termine un’operazione di strategia, tattica e grande coraggio: riportarondo ai tedeschi un colonnello
che era stato sequestrato da una banda di slavi incontrollata, operante nel territorio.
Quell’azione rischiava di innescare la sanguinosa rappresaglia. Ma, ottenuta una proroga, i due consegnarono l’ostaggio e sventarono il peggio.
La vicenda, rocambolesca e piena di situazioni molto particolari, potrebbe anche diventare una fiction televisiva.
Il regista Alberto Negrin, noto per celebri serie e produzioni Rai, è intenzionato a realizzarla: si stanno cercando le risorse economiche necessarie. “Mattarella ha seguito passo passo la storia degli eroi della Chiassa”, riprende Gallorini. “E con un vero e proprio strappo al protocollo ha voluto incontrarmi a margine dell’assemblea nazionale dell’Anci. Sono lusingato, frastornato, commosso”.
Accanto a Santino Gallorini c’era il sindaco Alessandro Ghinelli. A Mineo e Rosadi è stata concessa la medaglia al valor militare alla memoria.
I due libri di Gallorini sui fatti della Chiassa (“Vite in Cambio” e
“I partigiani di Vite in cambio”) sono testi che illuminano un pezzo di storia aretina. E l’esempio di due ventenni di allora, pronti a mettere in gioco
la loro vita per salvarne molte altre.
Una storia che ha appassionato Mattarella e forse un giorno vedremo in tv.
Luca Serafini (Corriere di Arezzo)
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