Intervista a Vincenzo Baldone

Il giovane musicista scrive la sua prima composizione

La pandemia da Covid-19, non ferma l’entusiasmo e la passione per la musica di Vincenzo Baldone, Direttore dell’Orchestra Bagherese D’Alessandro Ensemble, che ha creato la sua prima composizione musicale: una marcia funebre dal titolo: La Flagellazione.

Abbiamo deciso di incontrare Vincenzo, per potere raccogliere informazioni più dettagliate sulla sua opera, in un’intervista che siamo lieti di pubblicare.

Vincenzo, parlaci della tua composizione, di cosa si tratta?

La mia composizione, intitolata: “La Flagellazione, è una marcia funebre, di quelle che si sentono durante la processione della settimana santa, per intenderci. È quindi una musica triste, meditata in occasione del tragico momento che stiamo vivendo attualmente.

Qual’è stata la tua fonte ispiratrice?

Sin da piccolo sono sempre stato attratto dalle processioni religiose che si svolgono nel mio paese d’origine: Campofranco, durante la settimana santa. In particolare, sono stato ispirato dai riti che riconducono alla passione del venerdì santo, solennemente rappresentati, che ho collegato alle immagini di sofferenza e di morte trasmesse in modo continuo dalla televisione a causa della diffusione del Covid-19.

L’espressività del volto del Cristo sofferente che ho ritrovato nelle immagini di coloro che hanno dovuto combattere contro il virus, mi ha fortemente ispirato nella composizione, invogliandomi anche nella scelta del titolo: “La Flagellazione”. Perché questo è ciò che il virus ha determinato nell’umanità intera: una tremenda sofferenza, al pari, appunto di una flagellazione.

Il tuo legame con Campofranco, ha influito molto sulla realizzazione della tua composizione?

Il mio legame con Campofranco è stato determinante per la composizione di quest’opera. La mia passione per la musica, trasmessami da mio padre è stata molto alimentata dal mio legame alle tradizioni e alla banda musicale. Ho sempre partecipato attivamente alle manifestazioni religiose del mio paese, prima sostenuto da mio nonno, in vece di ascoltatore e successivamente in misura maggiore da mio padre che ho seguito nella banda, nella quale tuttora suono, come percussionista.

È lì che ho cominciato a suonare strumenti di percussione e a maturare l’interesse per le composizioni che sentivo suonare. Mi piaceva ascoltare, in particolare, le marce funebri del Maestro, nonché parente, Michele Saia (a cui la banda deve il suo nome) che reputo un importante fonte d’ispirazione.

La tua opera è disponibile on line, nel tuo canale YouTube; non temi una possibile violazione del copyright?

La mia opera è fruibile on line sul mio canale YouTube, solo da quando ho provveduto a depositarla regolarmente alla SIAE. In realtà era già pronta nel mese di Aprile, poiché mi sarebbe piaciuto poterla eseguire con la banda, in occasione della settimana santa. Il Lock Down, mi ha impedito, purtroppo, di realizzare questo mio desiderio e di poterla depositare prima. Ho aspettato a rendere disponibile on line la marcia, proprio per evitare ogni tipo di violazione dei diritti d’autore.

Si tratta della tua prima composizione musicale, che sensazione ti trasmette esserci riuscito, specialmente in un periodo difficile come l’attuale pandemia?

Mi ritengo molto soddisfatto di essere riuscito a produrre musica, in un periodo storico delicato, come quello che stiamo vivendo. Avere più tempo a disposizione mi ha consentito di riflettere meglio sul senso della vita, sul significato dei valori umani, su ciò che mi piacerebbe fare; ed è per questo motivo che un giorno ho deciso di cimentarmi nella stesura di questa composizione. Ho voluto fortemente produrre qualcosa attraverso cui potere esprimere e trasmettere al mondo le mie emozioni, in un tragico momento che sta sconvolgendo le nostre vite. È nata così una composizione “triste”, che avrei potuto riproporre durante i riti della settimana santa, date le analogie suggerite dalla sofferenza provata dal mondo intero.

Una tua opinione sugli eventi artistici e musicali, fortemente penalizzati dalle misure restrittive per contrastare l’avanzata del Covid-19: pensi che tali misure consentano il giusto equilibrio fra prevenzione e capacità espressiva nel teatro, nella musica ecc.?

Di certo l’avanzata di questo virus ha molto penalizzato il normale svolgimento di tutti gli eventi musicali. Alla luce del risultato, ottenuto finora dalle misure prese nel Lock Down, tutto è stato giustamente sospeso e rimandato per proteggere la vita delle persone da un nemico invisibile e sconosciuto.

È giusto continuare a mantenere le misure di sicurezza ed evitare possibili contagi, però credo che, compatibilmente con quanto previsto dalle disposizioni nazionali, ci si debba organizzare, rimodulando le tradizionali modalità operative e progettando soluzioni alternative che prevedono la ripresa in sicurezza di tutte le manifestazioni artistiche.

Non sarà semplice tornare a vivere, suonare, comunicare ed interagire come prima, però è necessario pensare a una ripartenza; il mondo intero ha bisogno di rivivere quelle emozioni uniche che la musica, il teatro, la danza e tutte le altre attività artistiche riescono a trasmettere e che ci aiutano a dare un senso alla vita, anche quando questa ne sembra del tutto priva.

In futuro pensi di scrivere altre composizioni musicali?

Si, credo che scriverò altre composizioni musicali. Quest’opera l’ho legata ad un periodo buio, triste addirittura, per un momento avrei voluto intitolarla “Coronavirus”; ora vorrei pensare ad una composizione gioiosa da poter legare, spero, alla conclusione di questo terribile e per certi versi surreale, periodo che mi auguro ci lasceremo alle spalle, al più presto possibile.

Nicola Scardina


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