Due donne, a madre e figlia facevano piccoli prestiti tra i 100 e i 200 euro e pretendevano il pagamento il più delle volte entro un mese ad un tasso usurario del 30 per cento al mese.
Agli arresti per un processo iniziato nel novembre del 2017 Anna Di Salvo, e la figlia Vincenza Morana. Nell’operazione coinvolta anche una nipote C.A., responsabile di avere prelevato del denaro con una carta bancomat. Le due donne bagheresi sonno state ritenute responsabili dei reati continuati di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
Il Pubblico Ministro della Procura di Termini Imerese aveva chiesto nei confronti di madre e figlia 9 anni di reclusione. Il Giudice però ha ridimensionato la pena di usura a 4 anni ed assolto le donne dal reato di estorsione.
Secondo gli inquirenti a Bagheria c’è un diffuso giro di usura ad opera di persone che approfittano dello stato di disagio di chi versa in gravi difficoltà finanziaria, prestano denaro a tassi usurari, pari ad oltre il 360 per cento annui.
Durante le indagini dei carabinieri erano stati accertati oltre 50 episodi nei confronti di 14 vittime, tutte in gravissime condizioni economiche.
Il Pungolo di Bagheria
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