Dopo cinque giorni di agonia, Giovanni Albamonte non ce l’ha fatta. Per il ventiseienne del Capo, finito in ospedale il 12 luglio dopo un tuffo dal pallone gonfiabile di una delle piscine del parco acquatico di Pezzingoli, finendo per cadere di testa da un’altezza di circa quattro metri in un’acqua profonda appena 90 centimetri, i medici della Neurorianimazione di Villa Sofia, hanno dichiarato la morte cerebrale.
La famiglia ha dato ai medici il consenso per staccare la spina del macchinario che, attraverso la respirazione artificiale, ha tenuto in questi giorni in vita il ragazzo.
Secondo le prime ricostruzioni e le testimonianze di chi era insieme a lui, in quella che sarebbe dovuta essere una domenica di svago e di divertimento, si è trasformata in tragedia.
Secondo lo staff del parco acquatico il personale addetto al controllo quel giorno avrebbe più volte richiamato il giovane e i suoi amici, dediti, sembrerebbe, in acrobazie inappropriate.
Pino Grasso
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