Una grande chiazza di scarichi fognari è stata riversata sul tratto di mare dall’Arco azzurro alle calette di capo Zafferano.
“È uno scempio, un vero schifo impressionante – denuncia Rita Ferraro – non solo la vista, ma anche l’odore nauseabondo della melma che sale dal mare.
Lungo la costa c’è una visione che strugge il cuore e gli occhi rifiutano di vedere perché impressiona fino al vomito. E così il nostro mare che dovrebbe richiamare il turismo è diventato una fogna a cielo aperto”.
“Si tratta di un ulteriore oltraggio che deturpa i nostri litorali già oberati da scarsa attenzione – dichiara il responsabile di “Legambiente Bagheria e dintorni”, Luigi Tanghetti – e spesso incivili frequentazioni.
Debbo altresì rilevare che ieri avevo notato transitando tra Mongerbino e Aspra delle chiazze di colore e consistenza più schiumosa e melmosa del naturale, un rimestio dovuto come di norma ai venti di maestrale, che stazionavano sulla superficie delle acque che osservavo come d’abitudine, ma non avendo dati certi non potevo immaginare si trattasse di una ennesima offesa al patrimonio comune ad opera dei soliti ignoti che sguazzano nella palude di alcune disattenzioni magari dovute a scarse disponibilità numeriche degli operatori preposti alla sorveglianza del territorio, che necessita attenzionare e salvaguardare sempre e con più costanza sia nelle sue propaggini marine che montane”.
Il Pungolo di Bagheria
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