Il sindaco Filippo Tripoli, prende in carico la situazione dei bambini disabili e dei loro genitori e indice un incontro per lunedì mattina alle ore 9 a palazzo Butera, a cui parteciperanno i sindaci dei 5 comuni del distretto 39 e la dirigente scolastica Maria Grazia Pipitone che rappresenta la rete di scuole bagheresi. Scopo della riunione analizzare tutte le possibili vie per condurre ad una soluzione per garantire il servizio agli alunni.
La decisione è maturata a seguito di un incontro che il primo cittadino ha promosso con le famiglie dei 70 bambini disabili che frequentano le scuole dell’obbligo che si è svolto stamani, a villa San Cataldo. Presenti all’incontro l’assessore Emanuele Tornatore e i consiglieri comunali Antonella Elisa Insinga e Michele Rizzo.
“Mia figlia frequenta la scuola “Pino Puglisi” dove gli operatori scolastici sono sensibili e sempre disponibili – dichiara la mamma Francesca Caridi – ma non possono assicurare un’assistenza specialistica adeguata perché il personale deve essere formato. L’altro giorno mi hanno chiamato dalla scuola perché mia figlia doveva andare in bagno e il personale non era in grado di assisterla”.
Il sindaco Tripoli intende risolvere la situazione che non dipende dal Comune, bensì dalle scuole a cui compete l’organizzazione del servizio. “Potremmo utilizzare i fondi dal Piano di zona – ha detto Tripoli – ma non basterebbero a garantire il servizio per l’intero anno scolastico, non si garantirebbe la continuità degli operatori e dopo poco il problema si ripresenterebbe”.
In mancanza di personale specializzato, le scuole potrebbero esperire una gara per l’affidamento del servizio all’esterno, ma questa decisione compete agli organi istituzionali superiori a prendere una decisione.
“I nostri bambini non frequentano la scuola dallo scorso mese di marzo – afferma un’altra mamma, Rita Rizzo – che hanno bisogno di una vita sociale adeguata che non si può sostituire con le terapie private che assicuriamo. Si tratta di persone che hanno una sensibilità particolare che deve essere adeguatamente supportata. Per dedicarmi di più a mia figlia ho cambiato pure lavoro, ma occorre che le istituzioni ci diano una mano”.
Pino Grasso
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