L’ultimo PDCM, emesso nei giorni scorsi, che ha suddiviso l’Italia in tre grandi aree regionali, secondo il grado di rischio dei contagi: gialle, la maggior parte, con rischio di contagi limitato; arancione, con rischio moderato; rosse, con grande rischio incombente e quasi fuori controllo, ha scatenato una serie di polemiche.
Non certamente inattese. La suddivisione in gradualità di rischio ha lo scopo evidente di scongiurare un nuovo lock-down generalizzato. In effetti, in un primo momento, la suddivisione ha suscitato qualche
perplessità, in quanto, per alcune Regioni, era attesa una stretta maggiore delle libertà individuali, mentre per altre era attesa una stretta più blanda. Con i conseguenti timori per le ricadute
sulle attività economiche. Quando è stato spiegato il criterio di massima con il quale era stata fatta la suddivisione, il quadro d’insieme è apparso più chiaro.
Il criterio principale che ha ispirato il Governo a procedere nella suddivisione nelle tre fasce di rischio
è stato quello della capacità di tenuta, o della fragilità, del sistema sanitario territoriale, rispetto al numero di contagi, di ricoveri e di terapie intensive che vengono praticate nelle strutture sanitarie.
Un intervento del Governo, mirato e urgente, era ormai atteso e indifferibile. A fronte del dilagare della
pandemia, ormai quasi fuori controllo, con dati in crescita esponenziale quasi ovunque, su tutto il
territorio nazionale. Causa principale l’allentamento dell’attenzione e della cautela dei singoli Cittadini verso l’adozione delle misure cautelative individuali: mascherine, igiene personale, distanziamento
interpersonale.
Appare, quindi logica, la suddivisione, nelle tre fasce suddette. Anche se, come si è appreso successivamente, qualche Governatore di Regione ha fornito dati fasulli. Vedi, in primis, la Regione Campania, che negli ultimi tempi registrava i tassi più alti di contagio. Alla luce dei dati aggiornati, il Governo sta provvedendo, in questi giorni, a modificare il grado di pericolosità assegnato in un
primo momento. Alcune Regioni sono passate da giallo ad arancione. Altre da arancione a rosso.
Questo stato di all’erta avrà vigore fino al prossimo 24 novembre o 3 dicembre, a seconda nell’andamento della situazione che sarà registrata in questo frattempo. Il DPCM invita tutti a essere più
solerti e attenti a combattere il COVID.
Ben sapendo che l’unico modo efficace per sconfiggere il virus, al di là del vaccino, che è ancora da venire, e non è individuabile una data certa, è quella di togliere al virus il suo brodo di coltura. Che sono
le nostre vie respiratorie. Tutti, ormai, siamo con lo sguardo rivolto alla fine dell’anno e alle feste natalizie.
Tutti a casa? Natale coi tuoi …. ? o potremo consentirci qualche svago?
Al momento attuale, stante la situazione che si registra, c’è poco da essere ottimisti. Torniamo alle polemiche e alle contestazioni che si levano da più parti. È ovvio che tanti operatori economici e commerciali sono fortemente danneggiati dalle ristrettezze che vengono imposte alle libertà e alla mobilità di ciascuno. Ma, purtroppo, l’alternativa, non può essere un liberi tutti di fare ciò che più aggrada. È stato detto e ribadito da più parti che ogni libertà individuale finisce nel momento in cui va intaccare quella altrui. Eppure tanti non se ne danno per intesi.
Una parte del danno economico che stanno subendo e che purtroppo subiranno tanti esercizi
commerciali, e tante attività professionali, saranno compensati dal Governo mediante i rimborsi previsti
dal Decreto Ristori bis, che certamente non sono, né possono essere sufficienti, ma è sempre un aiuto, in tempo di drammatica emergenza.
Buona parte delle polemiche e delle contestazioni che vengono sollevati nei riguardi degli ultimi provvedimenti restrittivi del Governo hanno una matrice ben precisa. In questa situazione drammatica
prevalgono ancora gli egoismi di parte. Che fomentano il malcontento diffuso in buona parte dei Cittadini. In particolare i più deboli e i meno abbienti. A chi giova questo stato di malessere e di tensione sociale che si viene a creare?
A nessuno! O stiamo tutti dalla stessa parte o nessuno si salva. I più fragili, che hanno meno da perdere, cercano di aggrapparsi a quel che è più possibile. Chi sta meglio e può fronteggiare la pandemia, predica la calma. Il nemico comune è il virus e non guarda in faccia nessuno. Se non manteniamo un atteggiamento coerente e prudente rischiamo di cadere in un disordine sociale dal quale sarà difficilissimo uscirne indenni. Speriamo che alla fine prevarrà il buonsenso che è l’unico rimedio
che ci potrà salvare.
Domenico Aiello
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