“Giovani siete, per la madre vivi;
vi porta il vento a sua difesa.
V’ama anche per questo il poeta…” così scriveva Umberto Saba
Nato tra le tante ipotesi complottiste e le supposizioni di errori in laboratorio, i primi due casi in Italia accreditati come Covid-19, li abbiamo
visti in gennaio 2020 e in febbraio il primo focolaio, incipit di una pandemia globale. Dato il suo avanzamento a grandi falcate, dopo aver posto in quarantena numerose province, il 9 marzo 2020 ci si è dichiarati costretti ad un lockdown generale per tutta Italia, che è durato fino al 4
maggio 2020, in seguito alla discesa della curva dei contagi, consentendo gli spostamenti per le visite ai congiunti e successivamente con allentamenti graduali concerneti le varie attività lavorative, incluse discoteche e pub, nei limiti numerici e distanziamenti preventivi.
Ma come hanno reagito i giovani alle obbligatorie restrizioni e precauzioni?
Ciò che non ci si augurava arrivasse non ha tardato a bussare alle porte degli italiani: la seconda ondata. Dall’8 ottobre 2020 diventa obbligatorio l’uso della mascherina sia nei luoghi all’aperto che al chiuso, a causa di un nuovo aumento esponenziale della curva dei contagi.
Il peggio che si sperava fosse alle spalle, incombe più forte senza risparmiare fasce d’età; al contrario di quanto fosse stato ipotizzato
a monte. Con la chiusura delle scuole, la cancellazione di tutti gli eventi e la cessazione della normale attività per i pub; molti ragazzi stanno
perdendo alcuni dei più bei momenti della giovinezza.
Vivere nell’impossibilità di contatto in fasce d’età in cui le relazioni sociali e il contatto interpersonale sono fondamentali per la crescita e la formazione delle singole personalità diventa sempre più complesso ed alle volte comprensibile se si pensa che si tratta dei portavoce futuri di un periodo storico drammatico e crudo.
Ma non sempre da questi ultimi c’è stata totale comprensione riguardo la pericolosità della situazione. Abbiamo visto nel corso dei mesi quartieri della nostra cittadina divenire abituali punti di ritrovo, colmi di ragazzi pronti a far baldoria, alcuni dei quali senza
mascherine e/o senza mantenere alcun distanziamento sociale.
Non a caso (e non solo a causa di ciò) Bagheria e paesi limitrofi hanno registrato un incremento esponenziale dei contagi. Dunque, forse quel che manca è l’incapacità di comprendere la reale situazione; forse quel che manca è la giusta sensibilizzazione. .
Probabilmente la colpa sta sempre al confine. Ciò che è certo è che la storia ci ha sempre insegnato che “il sacrificio” è necessario per comprendere, per risolvere; se solo servisse per le vite perse. Nel componimento di un importante autore quale: Umberto Saba,
troviamo un uomo spettatore di una folla di giovani, che vorrebbe sentirsi parte di essa ma non può e allora ne invidia l’incoscienza
dettata dall’età, e così scrive:
Anch’io tra i molti vi saluto, rosso- alabardati, sputati dalla terra natia, da tutto un popolo amati.
Trepido seguo il vostro gioco.
Ignari esprimete con quello antiche cose meravigliose sopra il verde tappeto, all’aria, ai chiari soli d’inverno.
Le angosce che imbiancano i capelli all’improvviso, sono da voi così lontane! La gloria vi dà un sorriso fugace:
il meglio onde disponga.
Abbracci corrono tra di voi, gesti giulivi.
Giovani siete, per la madre vivi;
vi porta il vento a sua difesa.
V’ama anche per questo il poeta,
dagli altri diversamente – ugualmente commosso.
Squadra Paesana di Umberto Saba
Questa seconda ondata è già l’insegnamento e non l’anticipazione di una terza, ed ulteriormente devastante, ondata. L’invito, l’esortazione,
è alla pazienza, alla speranza, affinchè nulla sia stato vano.
Mariangela Facendola
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