Dopo 150 anni dal disegno di legge del 17 dicembre 1871, che vietò l’insegnamento della Teologia nelle università italiane, a Palermo gli studenti come quelli di Harvard, Berkeley, Berlino, Strasburgo e Oslo, potranno seguire un corso di Teologia.
Tra i nuovi corsi di laurea dell’Università di Palermo anche una nuova laurea magistrale in “Religioni e culture”. Nulla di strano, perché la Laurea Magistrale 64 è parte costitutiva dall’ordinamento accademico fin da quando fu introdotta da Luciano Guerzoni, il politico recentemente scomparso che era succeduto a don Giuseppe Dossetti sulla cattedra di diritto canonico ed ecclesiastico a Modena.
C’è però una differenza fra questo corso di laurea e quelle analoghe attivate dalle Università di Roma, di Padova o di Firenze, essa consente il ritorno degli insegnamenti di Teologia nel sistema universitario italiano.
Sono passati 150 anni dalla soppressione nelle Università italiane, di quelle facoltà di Teologia che ci sono da sempre in Germania, in Svizzera, in Belgio, in Inghilterra, in tutt’Europa e perfino in Francia e il rettore Fabrizio Micari, ha colto per primo l’occasione per rompere l’alleanza da cui discendeva quella mutilazione, anche grazie alla collaborazione con il Gran cancelliere della Facoltà teologica di Sicilia, mons. Corrado Lorefice.
In quel patto ottocentesco convergevano da un lato l’ottusità ultra anticlericale, che riteneva così di espellere come superstizione i problemi che appassionavano Galileo e Leibniz, Pico ed Hegel e dall’altro la cecità ultra clericale, che in fondo gradiva un controllo totale del magistero perfino sul dovere del teologo di prendere posizione, previsto dal diritto canonico vigente.
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