Il mio ricordo di Pino Speciale di Giuseppe Martorana

Sono rimasto attonito nell’apprendere la ferale notizia della dipartita del mio amico Pino Speciale che ho avuto modo di conoscere tanti anni fa presso il gruppo di giovani di Azione Cattolica della Chiesa Madre, dove conobbi anche Nino Russo, nostro comune amico. Con lui, prima dell’avvento del Covid, ci vedevamo spessissimo, non solo per la vicinanza delle nostre abitazioni, ma anche per la frequentazione dello stesso supermercato di via Cellini.

L’ultima volta ci eravamo visti il 28 dicembre dell’anno scorso a Palazzo Butera quando si festeggiò il centenario della nascita
della prima squadra di calcio nella nostra Città, il Pro Bagheria. La passione per il calcio, mia e sua, era un dato di fatto
ineludibile; eravamo entusiasti delle belle affermazioni del Bagheria degli anni Cinquanta. Il fratello di Pino, il colonnello Francesco, in servizio – non ricordo bene – presso la Caserma Ciro Scianna o la Generale Cascino, mandava a Bagheria i militari provenienti dal Nord, dei quali veniva a conoscenza che fossero dei bravi calciatori.

Qualche anno dopo, diventammo corrispondenti sportivi, lui del Giornale di Sicilia, io de L’Ora. Nel frattempo, conseguito il Diploma di Abilitazione Magistrale, cominciammo a insegnare come supplenti; entrambi facevamo parte del gruppo dei maestri maschi che comprendeva anche Mimmo Scianna, Nicola Gagliano, Pietro Scianna, Ignazio Ficano, Agostino Tripoli e Nino Russo che fu il primo a vincere il concorso in terra campana.

In seguito, lui preferì lasciare l’insegnamento, trovando occupazione presso la Vini Corvo di Casteldaccia. Anche io nel 1971 ho lasciato l’insegnamento optando per la carriera amministrativa con la funzione di segretario scolastico. Da bagherese DOC, cioè da vero baariuotu – la sua famiglia ha origini settecentesche – Pino amava le nostre tradizioni popolari, nonché usi e costumi dei nostri concittadini; così, dieci anni dopo la pubblicazione del mio libro la “Storia del calcio bagherese”, nel quale ho
riportato molti stralci dai suoi articoli, ecco che l’amico Pino, dimostra tutta la sua bagheresità, pubblicando il volume “Fra
le antiche terre de la Bagaria” che io considero un testo altamente qualificante e rilevante, sia per l’impostazione che per il contenuto, tanto da poterlo considerare un sussidio didattico molto utile agli insegnanti delle nostre scuole elementari e medie.

In questo momento di grande dolore e di infinita tristezza, porgo sentite condoglianze alla signora Caterina, anche lei mia
amica e collega, ai figli Maria e Dario, al genero Pietro Miosi, alla nuora Giusy, nonché a tutti i nipoti e agli altri familiari colpiti
dal grave lutto.



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