Il silenzio sgradito dell’amministrazione comunale. Il consigliere Zizzo: “scandaloso presentare interrogazioni senza avere riscontro”

A volte un silenzio vale più di mille parole. Così ci insegna il saggio negli adagi popolari e nelle poesie d’amore, non tenendo però conto del fatto che se spesso è meglio tacere, altre volte ignorare il nostro interlocutore può causare non poche incomprensioni (e qualche evitabile risentimento).

È quanto viene contestato negli ultimi giorni da chi in consiglio comunale non ha ancora ricevuto alcuna risposta alle
sue interrogazioni: atti, quest’ultimi, con i quali si richiedono informazioni e chiarimenti riguardanti l’attività dell’amministrazione comunale. Fatto non propriamente trascurabile, visto che i temi sollevati presentavano profili d’attualità (alcuni anche di criticità, specie in relazione al periodo in cui l’interrogazione è stata presentata) per i quali avrebbero senz’altro meritato una qualche delucidazione.

Abbiamo sentito il consigliere Anna Zizzo che aveva contestato anche sui social l’indifferenza opposta alle sue domande. Dopo averci comunicato che altri consiglieri si ritrovano nella medesima situazione, il consigliere Zizzo rende conto del suo operato (com’è possibile leggere anche dai post condivisi in rete): “È scandaloso in qualità di consigliere comunale presentare a sindaco e assessori, interrogazioni senza avere un riscontro.”

Poi prosegue: “È il caso di ricordare che le norme del regolamento sul funzionamento del consiglio comunale, riconoscono la risposta alle interrogazioni come un diritto costituzionale del consigliere che deve pervenire per iscritto o oralmente entro 30 giorni dalla presentazione.”

Poco rassicurante, invece, che in taluni casi il silenzio dell’amministrazione si sia protratto anche per mesi e perduri tutt’ora.
Sono due le interrogazioni risalenti allo scorso giugno, relative rispettivamente all’assistenza domiciliare ai disabili e alla situazione di ludoteche e baby parking durante la crisi da Covid-19: due questioni che, al di là degli incidenti istituzionali, hanno gettato e gettano ancora nell’incertezza diversi nostri concittadini e lavoratori.

Dello scorso novembre, invece, le due interrogazioni riguardanti temi approfonditi a loro tempo anche dal nostro settimanale: le intenzioni del comune di Bagheria sul risanamento delle acque del fiume Eleuterio, nonché le nuove destinazioni delle somme in origine impegnate per l’assistenza igienico-sanitaria per i disabili nelle scuole (visto che, ricordiamo, dopo il tanto discusso parere del CGA, nel nuovo bilancio non è stato più inserito il capitolo di spesa relativo all’igienico-sanitario).

“Evidentemente a questa amministrazione non interessa: i disabili, le ludoteche, l’inquinamento ambientale possono aspettare” scrive il consigliere Zizzo. Poi però tiene a precisare: “tutti noi abbiamo a cuore questi temi, ma il concetto è anche un altro. Non è stata presentata una mozione ma delle interrogazioni: l’intenzione non è di esprimersi o giudicare il merito delle questioni, ma di avere dei chiarimenti precisi. Ciò che mi preoccupa, pertanto, è questa indifferenza che vale anche a sminuire il lavoro di noi consiglieri comunali. C’è stata anche una nota del presidente del consiglio comunale per sollecitare una risposta.”

In effetti, non solo alcuni consiglieri comunali ma anche voci di altra natura temono che ultimamente avere un rapporto diretto con l’amministrazione, al di là di comunicazioni programmate e informazioni sui social, stia diventando un po’ troppo ostico. Una considerazione però va fatta: lungi dal voler condannare nessuno, c’è da comprendere che amministrare un paese non è sicuramente un’attività che lasci molto tempo libero a disposizione.

Ma c’è anche da riflettere sul rischio che i nuovi mezzi di comunicazione che oggi poggiano prevalentemente sui social, così
semplici, accessibili e intuitivi, possano indurre a pensare che sia sufficiente quel minimo sforzo per soddisfare le richieste di chiarezza a cui una rappresentanza politica deve necessariamente far fronte.

È vero che un’amministrazione comunale non può, ventiquattro ore su ventiquattro, segnalare e ricordare ogni suo singolo gesto o provvedimento. Ma se è vero anche l’assioma per cui noi elettori abbiamo la memoria corta, allora un piccolo sforzo per rinfrescarcela di tanto in tanto non è poi cosa tanto sgradita.

Gioacchino D’Amico



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Questo articolo ha un commento

  1. Beh l’amministrazione ha assunto un consulente pagandolo profumatamente proprio per occuparsi di comunicazione, e spende molto tempo in proclami con poco senso logico, rispetto alle istanze di opposizione e cittadini. Si chiede controllo sul territorio in materia di covid e si risponde con arancia, limoni e mandarino (intese come lingua quest’ultimo, un bel corso di cinese). Il problema forse non è di comunicazione ma di connessione con l’amministrato, avendo evidentemente chi amministra, esigenze diverse.

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