La crisi della Giunta, da verifica di routine a rebus rompicapo. Chi ha creato la condizione di disagio che richiede una verifica?

La settimana scorsa, dopo oltre dieci giorni dall’annuncio dell’azzeramento della Giunta comunale da parte del Sindaco, sembrava che la crisi stesse per risolversi. Che la riunione prevista per la serata del 10 marzo sarebbe stata risolutiva per trovare la quadra, o meglio, trovare l’accordo fra le parti in causa, per riprendere il percorso interrotto.

Quella riunione fondamentale, fra il silenzio generale, le bocche cucite, e il massimo riserbo di tutti gli aventi causa, andò a
vuoto. Non venne trovata alcuna intesa. Ci si diede appuntamento per la settimana successiva per un nuovo confronto, alla luce delle opportune riflessioni che ognuno avrebbe fatto, e fare il punto della situazione. Al momento attuale, mercoledì 17/03, mentre noi, a nostra volta, stiamo facendo il punto della situazione per informare i nostri lettori e rispondere alle loro domande di chiarimento, non trapelano novità. Ci sono state riunioni, ma la soluzione sembra sia ancora in alto mare.

La scorsa settimana, quando sembrava che da un momento all’altro sarebbero state annunciate le modalità per la soluzione della crisi, avevamo espresso qualche perplessità circa il perdurare della crisi, considerato che l’azzeramento della Giunta era stato annunciato come un atto dovuto, di routine, utile a fare il punto della situazione dopo due anni di governo da parte di questa Giunta comunale. Che, ricordiamolo, risponde al Sindaco, che la nomina e la presenta al Consiglio Comunale e alla Città.

Non sono previste nella prassi ordinaria, pronunciamenti da parte del Consiglio Comunale, circa la fiducia o la sfiducia per la
nomina della Giunta. Ogni singolo Assessore nominato, risponde direttamente al Sindaco, ma sappiamo pure, che l’assessore o gli Assessori nominati, sono pure espressione di una o più componenti politiche presenti in Consiglio Comunale. Ed esprimono la loro fiducia votando gli atti di competenza. Se si è arrivati allo stato attuale, che sembra di stallo, qualcosa
è successo, qualcosa di imprevisto o imprevedibile che abbisogna di chiarimenti e approfondimenti.

Come dicevamo in altra occasione, la legna che arde produce cenere, e se questa non viene rimossa rischia di fare spegnere la
fiamma che arde. In questa fase di governo della Città non erano trapelati disaccordi, tutto sembrava filare liscio.
Ognuno degli Assessori faceva la sua parte con efficacia e competenza. Il Sindaco stesso ha rappresentato la Città e
le esigenze dei suoi Cittadini con efficacia e competenza.

Ognuno degli Assessori, come abbiamo detto prima rappresenta una gruppo consiliare. L’insieme della Giunta, coi gruppi consiliari di riferimento rappresenta e costituisce la Maggioranza che appoggia l’operato del Sindaco e della Giunta stessa. Da verifica di routine, l’azzeramento della Giunta, sembra si sta trasformando sempre più in momento di resa dei conti.

Qualcosa non è andata per il verso giusto? E al momento attuale non sembra che la soluzione sia a portata di mano. Un rebus
rompicapo, quindi, che aspetta una soluzione. Soluzione che può essere indolore. E quindi tutto come prima e avanti tutta.
O lasciare qualche strascico, perchè qualcuno dovrà pure cedere qualcosa. Se sarà il risultato di qualche forzatura, allora
possibile che il malumore o il boccone amaro da inghiottire ob torto collo, crei le condizioni per una resa dei conti rimandata a data da destinarsi. A questo punto la domanda di rito sorge spontanea: Chi ha creato la condizione di disagio che richiede una verifica? Aveva ragione o ha volutamente forzato gli equilibri interni alla Giunta stessa per aumentare il suo peso specifico, e quindi, condizionare dai banchi dell’aula consiliare l’operato della Giunta e del Sindaco stesso? La domanda è, forse, una esagerazione nella sua formulazione e nel sottendimento, ma è legittima, a questo punto.

Troppo punti oscuri cominciano ad emergere. Nei comportamenti, soprattutto. L’opinione pubblica ha il diritto di sapere, di essere informata con trasparenza. Le parti in causa, prima di addivenire alla comunicazione di una soluzione, qualunque essa sia, che soddisfa le esigenze particolari di ciascuna parte, hanno il dovere di informare, di rappresentare le ragioni del loro disagio e le soluzioni che intendono proporre.

Non possono lasciare alla libera interpretazione che ciascuno può fare della crisi interna alla Giunta.

Domenico Aiello



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