Archiviata la crisi della Giunta comunale, risolta, con buona pace di tutti, nel massimo del riserbo, si apre una nuova fase della operatività dell’amministrazione comunale. Restano ancora ignote le cause che l’hanno procurata, il processo di ricomposizione e gli umori dei protagonisti che hanno vissuto la vicenda. Restano, invece, intatte e senza una risposta esaustiva, le perplessità che hanno procurato presso l’opinione pubblica. Che continua a chiedersi cosa sia effettivamente successo.
Comunque, ormai è roba passata ed è inutile recriminare. Il tempo darà le risposte. Le scopriremo solo vivendo. Speriamo
che la soluzione alla quale si è pervenuti non abbia lasciato strascichi e malumori. Soprattutto per il bene dei Baarioti.
Che aspettano sempre maggiore impegno per vedere la Città ben curata, in particolare, in alcuni aspetti che hanno a che fare con la vivibilità della Città stessa e la qualità della vita. Voglio ricordare, in conclusione, che vivibilità di una Città e qualità della vita sono le doti trainanti per attrarre turismo e nuovi insediamenti residenziali.
Archiviata la crisi comunale, torniamo alla attualità, volgendo la nostra attenzione sulle dinamiche della politica nazionale.
Dopo l’insediamento di Mario Draghi, che ha ottenuto la fiducia del Parlamento con larghissimo suffragio, da parte di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, tranne FdI della Meloni e qualche frangia della sinistra. Il Governo ha cominciato a lavorare. Il larghissimo suffragio presenta, a mio avviso, qualche sfaccettatura da chiarire. Il concorso di partiti diversi, per storia e per visione del futuro della Società, presenti nel Governo Draghi, sembra una anomalia, ma tale non è, in quanto il concorso di tutti è un modo per marcarsi l’un l’altro e nello stesso tempo sperare di condizionare le mosse di Draghi, che ha un mandato pieno e senza limiti, nella fase contingente che sta attraversando il Paese, a causa della pandemia per il COVID.
Non dobbiamo dimenticare o sottovalutare le ragioni che hanno provocato la crisi del Governo presieduto da Giuseppe
Conte. E la sua conseguente cacciata. Una manciata di voti che non si sono potuti recuperare al Senato, hanno dato forza all’azione demolitrice del leader di Italia Viva: Matteo Renzi.
Che, vero che agiva in conto proprio, per il gusto di sfasciare, ma anche su mandato o strumentalizzato dai cosiddetti poteri
forti, che stanno dietro e davanti gli organi di informazione, ma che, con Conte a Palazzo Chigi avevano poco accesso alle manovre sotto banco che spesso sono l’umus dei poteri forti. Dal momento del suo insediamento il Governo Draghi, ha suscitato grande entusiasmo presso la stampa nazionale. Draghi ha esordito nel nuovo ruolo di Capo del Governo, dopo essere stato Capo di tanti Enti del comparto bancario, con discrezione e con passo felpato. Tutto bene, tutto ottimo, anche se non si muoveva una foglia.
I suoi silenzi venivano interpretati, come la grande consapevolezza che animava quello che doveva fare. Un suo cenno, un batter di ciglia, come una manifestazione di pragmatismo, con il quale avrebbe affrontato e risolto i problemi. I problemi nel frattempo stanno venendo o tornando di attualita’, vedi primo fra tutti la pandemia del COVID, che non accenna a dare
tregua. Nei vaccini si è individuato il mezzo per combatterlo. Dopo la partenza delle vaccinazioni, improvvisamente, si è
bloccata la fornitura delle dosi di vaccini. Queste non arrivano più con puntualità, quelle presenti non sono affidabili, vedi gli Astra Zeneca, nessun problema, le colpe sono altrove. Draghi lodato perchè fa la voce grossa presso le Autorità europee,
che sono responsabili di tutto. In presenza di questa precarietà delle forniture il Governo rilancia che presto saranno raggiunte le 500.000 mila dosi di vaccinazioni al mese.
La stampa si spella le mani ad applaudire e a logorarsi la lingua a forza di leccare. L’altro grande problema è la mobilità delle persone. Il COVID divide il territorio nazionale in zone, con più o meno presenza del COVID, originale o variato, rosse o arancioni. Tutti siamo obbligati a rispettare le norme per ridurre al minimo le occasioni di contagio. Non ci si può muovere dalla propria abitazione se non per comprovati motivi di necessità, di lavoro, di salute, di fornitura di generi di prima necessità. Queste restrizioni, che sono in vigore da parecchio tempo, in occasione delle feste pasquali, sono state ulteriormente aggravate. Il popolo ha accettato i nuovi provvedimenti: calati iuncu ca passa la china. Il fatto sorprendente, perchè non ci si può muovere da un posto ad un altro sul territorio nazionale però è permesso andare all’estero per trascorrere le vacanze! Una norma assurda e soprattutto discriminatoria.
Chi può permettersi di andare all’estero a trascorrere le vacanze pasquali? I disoccupati? I cassintegrati? I lavoratori precari? I
percettori di reddito di cittadinanza? Gli impiegati a stipendio fisso? No, quelli che dispongono di larghi mezzi finanziari e non possono sottostare alle leggi uguali per tutti! Proprio quelli che hanno invocato e voluto Draghi a capo del nuovo Governo!
Buona Pasqua i nostri lettori!
Domenico Aiello
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