In redazione abbiamo ricevuto un comunicato di Legambiente che qui pubblichiamo integralmente
A proposito della vicenda sull’Ecomostro di Aspra: Giovedì 8 aprile si è svolto un sopralluogo sulla Spiaggia di Aspra per verificare le condizioni in cui versa l’Ecomostro di proprietà della Nuova Poseidonia srl, destinatario di ordinanza
demolizione n. 10 del 24/03/2021 emessa dalla Direzione V (lavori pubblici e urbanistica) del Comune di Bagheria a firma dell’arch Maria Piazza.
Legambiente Bagheria, ha seguito sempre la vicenda di questo immobile abusivo che deturpa una delle più suggestive spiagge della costa bagherese ed è per questo che l’associazione rivendica con orgoglio di avere tenuto accesi i riflettori su questa incredibile vicenda di cui ha parlato tutta la stampa, anche quella nazionale, e che va avanti da troppo tempo senza
giungere a ciò che noi chiediamo sin dal principio: la demolizione del manufatto abusivo che attendiamo.
Noi non arretreremo di un millimetro e rivendichiamo anche di essere gli artefici delle sollecitazioni alle autorità amministrative gerarchicamente superiori agli uffici comunali preposti, affinché si giunga in tempi certi, alla demolizione del manufatto abusivo entro e non oltre i 90 giorni che sono previsti dall’ordinanza di demolizione n.10 emessa dal comune il 24/03/2021 Con soddisfazione abbiamo avuto conferma sul fatto che nessuna opera costruita dopo il 1965 (anno di approvazione di un progetto da parte della Soprintendenza) può essere sanata, come prevedeva la società proprietaria Nuova Poseidonia – che vede all’interno della sua compagine personaggi politici legati al Movimento 5 Stelle di Bagheria che si diceva certa di poter sanare anche alcune parti realizzate ante 1976 data di entrata in vigore della legge regionale n. 78/76 (art 15, 1° comma, lett. a), che impedisce le costruzioni nella fascia dei 150 metri della battigia.
Legambiente ha sempre sostenuto questa ipotesi che è stata infatti confermata dai dinieghi della Soprintendenza di Palermo alla richiesta di sanatoria, ai sensi dell’art 40 comma 6 della L. 47/85 ed anche con gli ultimi sviluppi, dall’Ordinanza di Demolizione Rivendichiamo inoltre la segnalazione che ha stimolato al sopralluogo per decretare la pericolosità dell’immobile visto che una parte ricade sul demanio e quindi sulla spiaggia fruita dai cittadini e siamo certi che l’ordinanza di demolizione sia scaturita dalla medesima richiesta del 17/3/2021 fatta dall’Assessorato regionale; Ora che siamo a conoscenza di tutti i passaggi amministrativi – anche perché precedentemente ci è stato negato con nota ufficiale della dirigente di settore l’accesso agli atti presso l’Ufficio Tecnico comunale – possiamo affermare che questo procedimento risulta viziato, infatti, tra le richieste dell’Ente e la risposta con integrazioni documentali è evidente che siano trascorsi talune volte anche sei mesi! Ci chiediamo se ciò sia previsto dalle normative sui procedimenti amministrativi! (tempi che appaiono alquanto dilatati rispetto la consuetudine)…
Inoltre, Excusatio non petita accusatio manifesta. Non c’è altro modo, se non questo, per commentare la missiva proveniente dalla dott.ssa Maria Piazza, dirigente della Direzione, indirizzata ad alcune autorità amministrative regionali e al nostro circolo. Pur non nominandoci espressamente è chiaro che con quella nota ci si riferisce al circolo Legambiente Bagheria.
Non compete a noi giudicare se le procedure adottate dagli uffici comunali in questo procedimento, siano conformi alla legge, ma certamente ci stupiscono, in primo luogo, le giustificazioni (non richieste) della dirigente sul suo operato, e non meno, la mancata adozione di misure volte a prevenire danni alle persone che frequentano la spiaggia limitrofa. Siamo pertanto contenti e soddisfatti di avere contribuito ad imprimere una svolta all’iter amministrativo che vede, come
ricorda la stessa dott.ssa Piazza, ben due pareri negativi della Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Palermo per il mantenimento di ogni parte costruita in ogni tempo in ampliamento dell’edificio costruito negli anni 60……, nonché di
talune porzioni edificate in data antecedente all’imposizione del vincolo di inedificabilità ex L.R. n.78/1976…., e ciò per più che evidenti ragioni di tutela del paesaggio.
Concludiamo assicurando tutti, che presenziando al sopralluogo dell’8 aprile, siamo disposti a mettere in campo ogni altra eventuale azione che si rendesse necessaria per recuperare un luogo un tempo bellissimo ed oggi, invece, assediato e martoriato dal cemento.
Legambiente
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