eh sì, Filippo Fiorelli è arrivato sull’imperatore dei monti, il Kaiser Zoncolan, e arrivarci cari amici sportivi non è da tutti, specialmente quando hai davanti fior di campioni che magari sogni di notte, come quando io da ragazzino sognavo di scendere in campo e giocare a fianco di Omar Sivori, sto sognando o è realtà, ma per Filippo Fiorelli è realtà scalare cima Zoncolan anche se ha perduto oltre mezz’ora, e gli è sbollita dentro ogni energia, l’aria è fredda, la nebbia li avvolge, ma l’asfalto su quei tornanti è infuocato, intorno a Filippo Fiorelli c’è una grande visione di facce tirate, stravolte, dagli occhi acquosi, allucinati, ma è il Giro caro Filippo, l’importante è esserci, la bellezza è viverlo, soffrire per lui, splendido è correrlo, qui nessuno è cotto, la realtà è lì sotto gli occhi dei tanti velocisti che formano il “gruppetto”, i resti della carovana, coloro che la balena non riesce a ingoiare, sono quelli che si danno la mano come sul Ponte di Bassano, il Zoncolan fa tremare le gambe ma “andiamo ragazzi, dopo la curva c’è il Kaiser” lo grida Sagan ai forzati della velocità, a guardare la montagna viene il mal di testa;
Filippo Ganna, che ha portato sulla canna Bernal sta dietro al Filippo nostro, anche i giganti piangono, ma non è crisi, è l’aver dato tutto, non sono scoppiati ma stanchi, affaticati e già domani ci sono altri Zoncolan da scalare, “ci riprenderemo” urla Visconti ai compagni della Bardiani che proprio oggi in questa tappa dal bollino rosso restano al palo dopo che in ogni tappa hanno dato un uomo in tutte le fughe e nelle volate il nostro Filippo Fiorelli ha sempre messo il fuoco alle selle dei tanti sprinters;
il distacco c’è ma è solo virtuale, c’è il Giro della maglia rosa e quello dei vincitori di tappa, e nelle retrovie si lotta, si passeggia, i gregari non riposano, ci sono i rifornimenti, le ammiraglie li sfiorano, il tempo corre veloce, la bici pesa, si rischia, pioggia, vento, discese insidiose, ma noi ci siamo e ci resteremo, mentre altri corridori cadono come mosche, anche oggi ci sono stati ritiri eccellenti, Dekker, il rude Groenewegen, e Hindley che lo scorso anno si classificò secondo dietro il vincitore del Giro Tao Geoghegan Hart, li ha avvelenati la fatica, le cadute, oggi la soglia di affaticamento è stata superata più volte, i ritmi sono diventati disumani, basta guardare le accelerate della Ineos con i suoi granatieri, dettano legge, si a questa fuga, no a quella, il loro leader Bernal, piccolo colombiano cresciuto sulle nostre strade ha ucciso il Giro.
Ha messo in riga russi, Vlasov, inglesi come Carthy e Yates, fa soffrire il giovane olandese Evenepoel e purtroppo svela la forza ormai sterile del nostro grande campione Vincenzo Nibali, gli resistono ancora il sanguigno siculo Caruso e la ferrea volonta di Ciccone, ma oggi anche il grande Bernal deve rendere onore alla prodezza del giovane Lorenzo Fortunato, che andato in fuga dopo Montebelluna con altri dieci scappati, ad alta velocità con il gruppo che aveva solo nell’Astana di Vlasov i miti oppositori, è riuscito a bucare la nebbia tra due ali di folla forse troppo agitata e invadente e a vincere la corsa della sua vita, la tappa che si ricorderà per sempre, primo sul monte Zoncolan, e allora per oggi niente numeri, né punti, né maglie, niente classifica, tutti i corridori che sono arrivati sul Monte Zoncolan oggi hanno vinto!!!
Giuseppe Morreale
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