Le lunghe attese per le sepolture definitive

Protagonista nel corso degli anni d’avvenimenti poco gradevoli, si torna a parlare del cimitero comunale di Bagheria. A renderne nota è l’appello d’un cittadino, portavoce del dolore di tanti, che in settembre 2013 perdeva la moglie. Deceduta allora, in una giornata di sabato, la salma sarebbe stata declinata e posticipata alla prima giornata lavorativa utile per la sepoltura definita “provvisoria”, intendendo dunque una successiva sistemazione ottimale.

– Terminato il lavoro di routine dell’impresa funebre affidataria, non resta che alla famiglia di radunarsi nella propria sofferenza. Ma cosa è successo dal 2013 sino ad oggi? Andiamo per ordine. Non è di certo un fatto nuovo per il comune di Bagheria che vi siano delle problematiche legate alla gestione e amministrazione degli uffici cimiteriali e non è di certo fatto non comune che vi siano delle salme prive di sepoltura.

L’ingenuo errore della famiglia in questione è stato quello di credere che nel breve periodo potessero essere richiamati per una degna e definitiva postazione, ma purtroppo ciò non è accaduto. Nonostante gli sforzi e i tentativi di mobilitarsi attraverso gli uffici comunali, le congregazioni (definite d’appartenenza), l’allora custode e il custode attuale degli uffici collocati all’interno del cimitero; le richieste effettuate sono state rimpallate e declinate come la più banale delle questioni, non ottenendo risposte concrete ma delle più disparate e, consequenzialmente, disorientanti.

Come se non bastasse numerose zone cimiteriali giacciono ancora oggi in situazioni di degrado, cemento decadente, strutture ferrose in vista, materiali di scarto, erbacce, scale definite scorrevoli non più scorrevoli a causa della ruggine pregna di ogni suddetta.
Eppure, per chi ne ha memoria, è facile ricordare quanto detto in settembre 2018 dall’allora assessore al verde pubblico: “Nel giro
di 10 giorni verrà riportato il decoro nell’area cimiteriale“- chissà a partire da quale anno verranno tenuti in considerazione questi dieci giorni.

E’ fatto assai noto, e probabilmente banale ricordarlo, che l’emergenza sanitaria abbia rivoluzionato la gestione di ogni ufficio, rimodulandolo in logistica e quant’altro, ma alla soglia degli 8 anni dalla dipartita della consorte, F. M. e figli, si rendono portavoce di tutte quelle famiglie che vorrebbero poter destinare il loro dolore ad una sistemazione migliore.

E’ tempo che qualcuno dia le giuste risposte e che si mobiliti per la risoluzione di tale problematica. In attesa che occhi vedano e che orecchie odano, ricordiamo all’amministrazione comunale che i problemi che non possono essere risolti nel breve tempo possibile esistono: il dolore della gente.

Mariangela Facendola



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