Tornano a farsi sentire con crescente vigore, le donne che da anni lottano per il trasferimento del Consultorio Familiare di Bagheria.
Sembra infatti che percorrere la scalinata verso il tanto atteso trasloco, debba per forza implicare immani fatiche ad ogni gradino. L’Asp ha finalmente firmato il contratto con cui il Comune concede in comodato il primo piano dell’edificio confiscato alla mafia in via Dante, come stabilito durante il sopralluogo dello scorso aprile. Eppure oggi, a distanza di mesi, il Consultorio è ancora nei locali di via Massimo D’Azeglio, sede – lamentano le utenti – del tutto inadeguata al corretto e decoroso svolgimento del servizio.
Una situazione complessa, come ci viene spiegato dalle stesse componenti del Comitato delle Utenti: “Dopo che l’Asp ha sottoscritto il comodato d’uso, il Comune ha dichiarato ufficialmente che i lavori di adeguamento dei nuovi locali (il primo piano dell’edificio in via Dante, ndr) sarebbero cominciati a settembre. Purtroppo, a noi risulta che non abbiano ancora avuto inizio. Dalle segnalazioni che abbiamo ricevuto, il primo piano ospiterebbe ancora altri servizi che invece dovrebbero essere trasferiti in via Consolare, stando alle ultime decisioni prese da aprile a questa parte.”
Un appunto, quest’ultimo, che va a sommarsi al pesante disagio lamentato in questi giorni da diverse donne, vale a dire l’assenza del ginecologo presso il Consultorio Familiare. Proseguono infatti le Utenti: “il vecchio ginecologo ha raggiunto l’età pensionabile e, nel frattempo, il sostituto è stato presente soltanto il martedì. Ma nei restanti giorni della settimana, di fatto, le utenti sono state reindirizzate dal ginecologo privato o in ospedale. Il che rappresenta un bel problema. Va da sé che una donna che si rivolge a un consultorio, non sempre dispone dei mezzi per accedere a delle visite private.
D’altra parte, anche l’ospedale è un’alternativa controversa, vista la pandemia e tutti i problemi che ne conseguono.” Insomma, l’impossibilità di contare sulla stabile presenza di un ginecologo, oltre a essere in netto contrasto con la natura del servizio in questione, aggrava anche le esigenze – da quelle economiche a quelle tipicamente sanitarie – che stanno alla base della scelta di rivolgersi a un consultorio familiare. Continuano le Utenti: “lo scorso 26 agosto, durante un incontro con la rappresentanza dell’Asp, c’è stato assicurato che il nuovo ginecologo sarebbe stato nominato nelle tre settimane successive e che i lavori nei nuovi locali del Consultorio si sarebbero conclusi entro la fine di settembre. Tuttavia, al momento sembra che la situazione fatichi ancora una volta a
sbloccarsi.
” L’ennesimo rallentamento che mette a dura prova la tenacia del Comitato delle Utenti, una realtà sociale che non è mai arretrata di un passo in questa battaglia. E non tanto per i ritardi in sé – visto che, dalle parole di Asp e amministrazione, questi interventi potrebbero essere effettuati da un momento all’altro – , quanto per la vaga sensazione che, senza le costanti pressioni delle Utenti, la questione non riceverebbe tutta l’attenzione istituzionale che merita. Sono le stesse componenti del Comitato a chiarire la posizione in cui si trovano: “non abbiamo nulla contro l’amministrazione comunale, che – dobbiamo dirlo – ha mantenuto le promesse, forse non spaccando sempre il minuto ma l’ha fatto. Possiamo anche pensare che ci siano degli inconvenienti che ostacolano il procedimento. Ma quello che temiamo di più è che queste lungaggini si ripetano per tutte le fasi successive, com’è stato finora.
Temiamo cioè che una volta nominato il ginecologo ed effettuati i lavori – dovessero avvenire entrambe le cose anche domani – ci saranno nuovi problemi, ad esempio per il trasferimento materiale del Consultorio. E forse, ancora una volta, risolvere lo stallo dipenderebbe dai nostri solleciti e dalle nostre pressioni. Le istituzioni dovrebbero intervenire in risposta a un dovere, mentre noi lottiamo per volontà e per senso civico. Una differenza che non va trascurata.” La denuncia delle Utenti, dunque, sembra toccare direttamente un principio sacrosanto della politica, tra l’altro ribadito dagli ambienti comunali: ciò che conta sono i fatti. Ma è anche vero che, al netto di quanto si sta facendo o meno, tra i fatti più evidenti ci sono gli enormi disagi e il senso di impotenza sofferto da tante donne nel corso di tutti questi mesi.
Auspichiamo che gli interventi annunciati dalle istituzioni vengano effettuati nei prossimi giorni o comunque in tempi brevi, e che – quando ciò avverrà – i risultati siano impeccabili. Nient’altro che il necessario per dare un senso alle mille difficoltà patite da queste nostre concittadine che non hanno mai smesso di credere nella loro causa.
Gioacchino D’Amico
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