Intervista ai responsabili dell’Asva di Bagheria

Riceviamo e pubblichiamo: Abbiamo letto l’articolo sul randagismo pubblicato sul “Settimanale” della scorsa settimana e vorremmo chiarire alcuni punti riportati dal testo pubblicato. Intanto va sottolineato che l’attuale problema del randagismo a Bagheria viene monitorato, per quanto possibile, dall’Asva e non risulta assolutamente al vero che noi, essendo animalisti, non abbiamo a cuore la sicurezza delle persone.

Ci teniamo a far sapere ai lettori che oggi ci troviamo in un momento di grandissima difficoltà, per l’Asva, unica associazione che da anni si ritrova a contrastare il fenomeno del randagismo a Bagheria, una città dove manca di tutto. Ritrovandoci tutti i giorni ad operare senza poter disporre di nulla: manca l’ufficio microcippatura, manca una stanza per la sterilizzazione ed i fondi sono assolutamente insufficienti per le esigenze di una città di questa portata ed oggi denunciamo per l’ennesima volta una situazione ormai fuori controllo da tempo.

I volontari dell’associazione A.S.V.A. sono supportati da un gruppo di persone come liberi cittadini oltre a volontari pronti a dare una mano per sensibilizzare questo problema.

L’articolo della scorsa settimana si riferiva alla zona di Villa Santa Teresa?
La presenza di randagi che stazionano nella zona di Villa Santa Teresa è seguita dai volontari, i cani sono stati tutti trattati con antiparassitari, cippati, sterilizzati e monitorati da volontari.

Ci rendiamo conto che anche se siamo un piccolo gruppo di volontari che collaborano con Asva siamo in grandissima difficoltà per i tanti nuovi abbandoni sul territorio, incontrollati perché non esiste una attività di controllo e repressione. Pochi sanno che i volontari sono costretti ad addossarsi le spese per la microcippatura perché a Bagheria non esiste più la sede per la microchippatura gratuita fornita dall’ Asl, una sede che chiediamo da diversi anni ai vari nuovi amministratori e assessori di turno, un giro di giostra che dura da circa 4 anni.

Per queste esigenza l’Asp nei tempi scorsi si è messa a disposizione a porre fine a questo problema proponendo di avere anche una stanza dove potere sterilizzare gratuitamente I randagi. Per non dimenticare i famosi 80mila euro dell’On Giammanco che da oltre 10 anni giacciono nei meandri del bilancio comunale che potrebbero essere spesi per la costruzione di una struttura in uno dei tanti terreni sequestrati, valutati in questi anni.

In che rapporti siete con l’attuale amministrazione comunale?
L’attuale amministrazione non sembra in grado di poter coprire i costi necessari per le esigenze più impellenti come la costruzione
di un canile e l’adeguamento di una sede per accogliere un ambulatorio veterinario per poter garantire un miglioramento del servizio.

A che punto siete con la microcippatura?
Il cittadino si trova in difficoltà perché non si microchippa più almeno che non ci si sposti a Palermo, a Termini, a Misilmeri per applicare il chip gratuitamente. Il costo del chip è intorno a 30 euro e in molti preferiscono non applicarlo perché non hanno la possibilità economica o di spostarsi fuori comune. Questo disservizio è uno dei tanti che agevolano l’abbandono in strada di un cane di proprietà, non identificabile , così come recentemente succede nella zona del centro commerciale The Bagh. Tutto questo favorisce l’incremento delle nascite tra i cani annoverati come randagi.

La collaborazione con la Polizia Municipale?
Quando arrivavano le telefonate alla polizia municipale, fino a qualche tempo fa, veniva effettuato un controllo direttamente dalla polizia municipale e poi si coinvolgeva l’Asva per recuperare il cane e ricoverarlo nel sito di contrada “Marino”, che non è un canile ma, un luogo, o meglio punto di primo soccorso. I cani lì dovrebbero solo transitare e poi essere reimmessi sul territorio.

Da qualche tempo non viene più effettuato nessun controllo, i cani girano per le vie di Bagheria ed il più delle volte non hanno il microchip e quando capita che i proprietari dei cani smarriti si presentano gli animali vengono restituiti, molto spesso senza chip e
senza accertarsi che i proprietari si adeguino alla legge.

La situazione del punto di primo soccorso in contrada Marino?
Attualmente il canile di contrada Marino ospita circa 160 cani il massimo che si possano ricevere in quella struttura, qualche animale viene adottato ma allo stesso tempo arrivano cucciolate intere che ci riportano a numeri alti. La nostra struttura non può più accogliere altri cani in salute e quindi abbiamo comunicato al Comune di adeguarsi alla costruzione di un canile comunale che sia in grado di sopperire a tutte le richieste, di prelievo, giornaliere da parte dell’amministrazione che la legge regionale 15/2000 prevede l’attività di prevenzione su strada con i cani di quartiere.

Come fate a garantire l’alimentazione di un numero così alto di animali nel vostro canile?
Un contributo onnicomprensivo viene rimborsato dal comune. Tale rimborso comprende: alimentazione, cura, sterilizzazione, operazioni chirurgiche, farmaci e mantenimento oltre alla microchippatura.

C’è la fate?
Non c’è la facciamo quasi mai anche perché la copertura finanziaria lascia sempre qualche mese di scopertura. Abbiamo debiti fuori bilancio accumulati negli anni.

Oggi voi cosa chiedete ai cittadini ed all’amministrazione comunale?
I mezzi ed una sede per prevenire il randagismo che non può essere rappresentata, in una città di 60 mila abitanti, da un canile che non dovrebbe nemmeno esistere. Poi occorrerebbe un controllo più capillare sui cani abbandonati dai proprietari che passano alla categoria di randagi non avendo il microchip.

Poi vorrei far capire ai cittadini, una volta per tutte che l’Asva non è il canile comunale di Bagheria. L’Asva è nata come associazione per attuare la legge nata nel 2000, finalizzata alla prevenzione del randagismo sul territorio. Non si può pretendere di intervenire su ogni cane vagante e di ricoverarlo dentro un sito, saturo e inadeguato. BISOGNA VALUTARE LA REINTRODUZIONE DELLA FIGURA DI CANE DI QUARTIERE, fino a quando il comune non si attrezzerà di una struttura idonea o alla costruzione di un canile rifugio, in itinere da quasi 18



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