La foto pubblicata dall’amico Emanuele Tribuna, mi riporta indietro nel tempo: alla mia infanzia felice! Nonno Ciro, suo fratello U zzu Iachinu, “i campagnoli di Ficarazzi!! Ritornavano all’imbruniire dalle campagne, loro da Contrada Cordova ” Nni Cuoudduva”, “cu ra Cannita”, cu ri campagni ri via San Maiittino”!
Il cielo era nero, le scarpe tutte infangate e i fimmini diventavano “riavuli” allorquando i loro padri, mariti, fratelli “acchianavano” le scale senza far scorrere la “fanghiglia”, la brulla ed umida terra di campagna tra le scarpe, anzi scarponi o stivali. Cosi riscopro con la foto un utensile antico usato a Ficarazzi adesso desueto, ma allora vicino ad ogni abitazione e che consentiva a chiunque ritornasse da fuori o dalla campagna, di pulirsi ed eliminare il fango dalle scarpe.
“Guai a salire le scale con le scarpe sporche! Quella scala alla “Scinnutedda” la casa di “nonno Ciro”, profumava sempre di sapone Sole ed odo ancora quel profumo! Quel sapone è sempre li, la mia amata Zia Paola, mamma dei miei cugini oramai trapiantati al Nord, il sabato pomeriggio, aggiungeva pure ” u sapuni muoddu e stricava, stricava” cantando una canzone vincitrice al festival di Sanremo ..”Grazie dei fiori grazie… di Nilla Pizzi! Amata e cara Zia Paola!!! Lei molto attenta e solerte puliva ogni gradone! Poi con un secchio e la scopa lavava e noi: io e mio cugino Tonino attendevamo impazienti di rientrare o uscire da casa!
Quell’ aroma di sapone nella scala, il sapone Sole di Marsiglia era inconfondibile! Ricordi struggenti! Cosi gli occhi azzurri di nonno Ciro, l’aroma forte della crema Raso dopo la barba fattagli a domicilio dal barbiere “U zzu Turiddu” , a volte “U Sciccaru” e lo Zio Gioacchino che bell’uomo! Il papà dei miei cugini Rita Fontana, Antonella e Rosanna appena ritornato dalla esperienza Fiat a Torino, lasciata la nebbia sabauda, ritornava definitivamente alla sua campagna baaariota, in Contrada Cordova, il suo universo! Immagini del tempo, ricordi e sentimenti dentro!
Dal “Nettascarpe” non sapevo si chiamasse cosi, è la storia dei nostri piccoli paesi a prevalenza agricola davanti l’uscio di casa ed era un oggetto in ferro battuto murato a terra. Che ricordi, noi bambini lo usavamo pure quando toccavamo..la merda!!!! Ma la scala la sporcavamo lo stesso e il “feto” era terribile.. le nostre madri come imprecavano!!!
Franco Comparetto
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