Il siciliano, dialetto più folle che saggio

Oggi senza rendercene conto la nostra vita è condizionata anche da un linguaggio che “prende”, come il parlare quotidiano, gli strafalcioni pubblici, i doppi sensi, gli annunci pubblicitari, i cartelli, le insegne, gli avvisi, gli slogan, tutti modi di dire che si sentono in
giro per la nostra terra, la nostra Sicilia, per Palermo, eccone un saggio quasi comico ma anche come filosofia di vita della nostra lingua e del nostro dialetto.

Come riuscire a spiegare a un milanese cosa sono le “budella a matapollo”, oppure quando dicono “minchia chi sì attassatu”, “talè comu si vesti, pari un tagghiu ri vistitu”, o picchì uno è “friscu comu un quartu ri pollo” o “mì quantu è arraggiatu chistu”, se riuscite a spiegarlo per come è scritto siete bravi!

Passiamo al genere più leggero come le scritte che leggiamo sulle saracinesche, sui portoni o sui cancelli: “chi posteggia qui siete tutti cornuti”, “lo scarrozzo si prega di giorno e di notte”, “lasciare spazio per fare manovra picchì sono stufo e ammacco”, “uscita automezzi pesanti”, “in caso di posteggio lassate ricapito e numero telefonico”, “chiamo i vigili urbani”, “chiamo l’autogru”, “lassare libbero il pasaggio”, “esco la matina presto”, “attenzione esco pure di notte”, “lasciare libero anche i festivi”, “lascia libbero loscar rozzo”, “vietato posteggiare avanti al pazzo carrabbile”, “se lasci la macchina qui ti assaiu i cani”, “se lassi la machina qui non la trovi più”, “chi lassa la machina quane se ne torna a ccasa a piedi”.

La morte e l’aldilà hanno un posto preminente nella nostra lingua folle che a volte fa ridere e trasforma il dolore in allegria: “a un anno dalla tua scomparsa non mi sembra vero”, “dopo una vita trascorsa insieme il Signore ti ha voluto con sé, che egli sia benedetto!”, “sei scomparso così all’improvviso che ci sembra quasi che tu possa tornare da un momento all’altro.

Noi tutti preghiamo riposa in pace nei secoli dei secoli”, “si prega di non inviare fiori ma opere di bene”, “sei sempre stata più forte,
mi hai sempre preceduto, anche in Paradiso sei arrivata prima”, “a tre mesi dalla tua scomparsa ancora non ce ne siamo accorti”,
continuando così con i Necro Elogi, “amore riposa in pace fino a quando ti verrò a raggiungere”, “mi avevi promesso un viaggio
invece te ne sei andato da solo”, “nell’annunciare la morte della Signora Carla il genero rivolge un particolare ringraziamento al
medico curante senza le cui cure non ce l’avrebbe mai fatta”, “la famiglia Allegra ringrazia”, “partecipa al vostro dolore tutta la famiglia Trionfante”, a due mesi dalla scomparsa la ricordano la figlia Addolorata e il genero Felice”, “sabato ci ha lasciato la signora Latino vedova Italiano”, finale con “Sentite condoglianze, altrettanto a lei”.

Passiamo ai cartelli e doppi sensi:
“attenzione su questa palazzina è viatato affliggere manifesti”; davanti a una casa un vendesi: “si vende solo il davanti, il didietro serve a mio marito”, “si affitta l’abitazione del secondo piano, la signora del primo piano la fa vedere a tutti”.

Dal barbiere: “per ogni taglio di capelli vi faremo una lavata di capo gratis”.
Promozione: “se acquistate gli orecchini da noi vi facciamo i buchi nelle orecchie”.
Dal commerciante di mangimi: “Tutto per il vostro uccello”.
Dall’orologiaio: “qui rimettiamo in funzione i vostri pendoli”.
Dal panificio: “quando vi diventa duro ve lo grattugiamo e metà ce lo tratteniamo”.
Dal carnezziere: “la mucca è sana, il pazzo sono io”, “questa macelleria la domenica rimane aperta solo per i polli”, “da Rosalia,
Tacchini e polli, a richiesta su aprono le cosce”, “si ammazzano galline in faccia”, “si vendono uova fresche per bambini da succhiare”.
Dal fioraio: “se mi cercate sono al cimitero”.

Per attirare l’attenzione: “non andate altrove a farvi rubare provate da noi”, “si inviano fiori in tutto il mondo via fax”, “si fanno tende da sole”.
Cartelli di negozianti meno acculturati: “Illustrascarpe”, “cazzolaro per uomo e per donna”, “furtivendolo”, “se mi cercate sono nei pareggi”, “si vendono infissi e profilattici metallici”, “carni e quine”, “calamai fritti”, “carne bovina caprina suina ovina pollina e coniglina”, “questo cimitero lunedì rimane chiuso per riposo”, “siamo stanchi vogliamo lavorare”.

Cartello dal negozio di ferramenta: “qui chiavi a vista”, qui chiavi in cinque minuti”. Lo stressato: “vendo tutto per esaurimento”,
“pizzeria anche da portare via”, “si vendono impermiabili per bambini di gomma”, si vendono lettini a castello per bambini di legno”, “strada che non spunta”. Lapide sotto la statua della Madonna: “a Maria Santissima Assunta in cielo A spese del Comune”…

Giuseppe Morreale



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