Mentre l’amministrazione comunale avvia le procedure per valutare dove potere realizzare un canile municipale di cui si parla da decenni, l’Asva si ritrova a fronteggiare le contestazioni di chi l’accusa di presunta mancanza di autorizzazioni sanitarie. E ciò nonostante che, nell’arco di quasi un ventennio, abbia garantito un servizio estremamente prezioso per la città.
E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, l’impegno che in questi anni i responsabili del canile di contrada “Marino” hanno garantito, nonostante difficoltà di tutti i generi: un servizio encomiabile nel contrastare soprattutto l’abbandono continuo di animali. Qualche mese fa la stessa Asva, durante un incontro con la stampa locale, evidenziava che il problema del randagismo a Bagheria viene continuamente monitorato, per quanto possibile, e non risponde assolutamente al vero che gli operatori, essendo animalisti, non abbiamo a cuore la sicurezza delle persone.
Gli operatori ci tengono a far sapere ai lettori che oggi si ritrovano in un momento di grandissima difficoltà, e che la loro è l’unica associazione che da anni contrasta il fenomeno del randagismo a Bagheria pur non avendo grandi mezzi a disposizione. Manca perfino l’ufficio microcippatura e una stanza per la sterilizzazione: i fondi sono assolutamente insufficienti per le esigenze della città ed “oggi – sostengono all’Asva – denunciamo per l’ennesima volta una situazione ormai fuori controllo da tempo. “I volontari dell’associazione ASVA, è bene che si sappia, sono supportati da un gruppo di persone, liberi cittadini oltre a volontari che danno una mano per sensibilizzare la gente su questo problema.
Pochi sanno che i volontari sono costretti ad addossarsi le spese per la microcippatura perché in città, per esempio, non esiste più la sede per la microcippatura gratuita fornita dall’Asp, una sede che da circa quattro anni viene chiesta inutilmente agli amministratori di turno”.
E non vanno dimenticati i famosi 80mila euro dell’On Giammanco che da oltre 10 anni giacciono nei meandri del bilancio comunale e che potrebbero essere spesi per la costruzione di una struttura in uno dei tanti terreni sequestrati. Se ne riparla oggi alla luce dell’operazione di qualche giorno fa attuata dai NAS che ha posto sotto sequestro anche il canile gestito dall’ASVA e gli animali posti sotto custodia affidati alla polizia municipale della città.
Potrebbe essere l’occasione perfetta per consentire agli operatori dell’ASVA di poter gestire finalmente un canile municipale con tutti i crismi, un canile promesso da decenni e mai posto in essere. Probabilmente, finito il periodo dell’attenzione mediatica di questi giorni si tornerà alla gestione di “contrada Marino” dove tantissimi bagheresi e non, abbandonano cani, nella consapevolezza che tanto ci sono i “veri amanti” degli animali che se ne prendono cura.
E si tornerà ad accogliere animali che non appartengono a nessuno e a sperare ancora negli 80mila euro che da Roma dovrebbero
essere trasferiti a Bagheria affinché venga costruito un canile municipale a norma e gestito con tutti i crismi di legge.
Michele Manna
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