Qualcosa si muove sul fronte inquinamento del fiume Eleuterio che nel periodo tra settembre e dicembre presenta le acque nere.
Sono stati sei i titolari di frantoi denunciati in una operazione che ha visto coinvolti uomini della Forestale, accompagnati da personale dell’Arpa Sicilia e dell’Asp e che ha puntato il faro all’inquinamento del Fiume Eleuterio che nasce da Rocca Busandra e viene controllato dalla diga dello Scansano e si riserva sul mare tra Bagheria e Ficarazzi. Ogni anno le sue acque, durante il periodo della molitura delle olive, si tingono di nero con un aspetto tetro. Un habitat mortale per la flora e la fauna del fiume, un disastro ecologico annunciato.
I controlli ed il monitoraggio delle acque del fiume predisposto dall’ispettore Giuseppe Chiarelli ed eseguiti con l’ausilio del personale forestale distaccato a Bagheria Piana degli Albanesi e San Martino delle Scale si è concentrato, soprattutto, sull’affluente Landro che attraversa Belmonte Mezzagno e Misilmeri
Due gli amministratori di due oleifici denunciati a Misilmeri: B.P., 45 anni, e B.G., 54 anni. Sempre a Misilmeri è stato multato l’amministratore dell’oleificio chiuso dall’Asp, D.B.C le sue iniziali, 71enne. L’attività di controllo è stata estesa anche nei comuni di Trabia, Baucina e Casteldaccia dove il personale del distaccamento di Bagheria con il personale dell’Arpa Sicilia ha sottoposto a ispezione cinque frantoi. Di questi, due sono risultati in regola, due erano sprovvisti dell’Aua (Autorizzazione Unica Ambientale) e uno scaricava le acque reflue industriali in fognatura. Questi ultimi sono stati denunciati.
“Esprimo grande apprezzamento per l’operazione condotta dal capo dell’ispettorato dipartimentale del Corpo Forestale di Palermo, Giuseppe Chiarelli che, nell’ambito dei controlli sugli scarichi abusivi nei corpi idrici, ha posto fine alle pratiche illegali con cui alcuni oleifici della provincia smaltivano abusivamente le acque di vegetazione della molitura delle olive – ha detto l’assessore regionale al Territorio e ambiente, Toto Cordaro -. Si tratta di un malcostume che, ricordo, è un reato penale e provoca un vero disastro ecologico. Per questo, grazie all’attività del Corpo Forestale, continueremo a vigilare e a denunciare tutti gli episodi illeciti”.
Fonte: Palermo Today
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