Erano i primi di novembre quando in una mattinata di incessante pioggia, arrivarono all’improvviso i Nas e l’Asl di Palermo, si piazzarono sui muri e dietro le reti per fare le foto ad un terreno recintato che da anni ospita i cani salvati sul territorio di Bagheria e Santa Flavia.
Dentro quel terreno ci sono i sacrifici di persone che tutti i giorni, per anni, in attesa della famosa costruzione del canile comunale,
con il sole e con la pioggia, hanno accudito, curato, sterilizzato quello che la società aveva rifiutato buttandola per strada e che l’amministrazione ci comunicava di prelevare.
Per anni abbiamo scritto, diffidato, di voler mollare senza l’appoggio di un canile, un vero canile, considerato che la struttura di via Comunale Marino I era solo provvisoria, nata dall’esigenza del comune di ricoverare i cani che non potevano stare per strada. Con il loro aiuto di materiale, nascevano i primi recinti che nel tempo si sono raddoppiati e triplicati considerato che le richieste e urgenze aumentavano in modo esponenziale.
Ogni anno sempre la stessa promessa “istituzionale”, quella di costruire un canile a norma e, udite udite, sempre in aree diverse, e tutto questo dal lontanissimo 2004. Poi sono arrivati i famosi 80mila euro dallo Stato (grazie all’intessamento dell’On. Gabriella Giammanco) a dare una nuova speranza a quelle promesse ma anche queste “finiscono” inesorabilmente nei meandri del dimenticatoio istituzionale. Da allora si è andati alla ricerca di un “terreno sequestrato” e così si va avanti per anni facendo finta che tutto andasse bene. Le continue richieste dove si chiedeva di attivare un sito, un canile, a norma sono state tutte inascoltate e messe a tacere con nuove ordinanze che imponevano di tenere i cani comunali lì, in via Comunale Marino, li dove ASVA PAGA L’AFFITTO nelle more che si costruisse un canile a norma.
In questi anni con sacrifici abbiamo costruito alcune tettoie, comprato nuove cucce, rifatto le reti e tutto solo nella speranza che
quelle belle promesse trovassero la concreta realizzazione e perché quel sito venisse sostituito da un vero rifugio. I rimborsi erano omnicomprensivi: cattura, visita veterinaria, cura, sterilizzazione, farmaci, spese x partenze di cani adottati, mantenimento non solo dentro la struttura ma anche dei cani in strada.
Adesso, da quel giorno tutto si è fermato: area sotto sequestro, denuncia alla nostra presidente, nomina di un custode giudiziario, il comandante dei vigili. Tutto si è fermato per loro, per i cani dentro la struttura e anche fuori visto che continuano ad arrivare e morire in strada. Qualsiasi movimento dentro la struttura deve essere autorizzato, almeno così hanno detto e scritto i Nas, dal magistrato attraverso la comunicazione del custode giudiziario.
Bene, anzi male, considerato che per ritirare un cane morto lo scorso 18 dicembre, dopo invio di pec e email, il cadavere dell’animale
giace ancora nel sacco e dentro un bidone e senza che nessuno risponda ai messaggi inviati. Ancora più tragico vedere morire 5 cuccioli di gastroenterite senza potere portarli in clinica per il ricovero perché nessuno ha risposto alla Pec che ne chiedeva l’urgenza.
Ultimamente al comune è stato offerto dall’Asp la possibilità di poter fare interventi sanitari e sterilizzazione GRATUITAMENTE presso gli ambulatori comunali nuovi a Termini o a Palermo ed invece il comune indice una manifestazione d’interessi, inviata all’ordine dei medici, cercando la collaborazione a PAGAMENTO con un veterinario privato a Bagheria, per poter svolgere attività sanitaria sui cani che vogliono trasferire.
Inoltre impegna circa 22 mila euro al mese per soli 2 mesi per poter trasferire i suoi cani in un canile di Sambuca di Sicilia quando alla associazione ne venivano rimborsati, negli ultimi 2 anni, 6.500 euro mensili per occuparsi di tutto, giorno e notte e in una struttura d’appoggio non idonea. Ma se non c’erano i soldi nemmeno per adeguare una stanza della microchippatura, che a Bagheria manca da 4 anni, come mai queste risorse finanziare escono all’improvviso e in pochissimi giorni???
Se si voleva far fuori l’ASVA sarebbe stato più logico e rispettoso costruirsi un canile e scegliersi i nuovi compagni per la vita, così
come tante volte invitati a fare da noi in primis. L’unica attività fatta in questi giorni di sequestro e il continuo contare i cani, controllare i chip e verificare se fossero di proprietà comunale, ecco cosa sono per loro quei cani, semplici numeri da azzerare!
I gatti non vengono mai menzionati, sembrano inesistenti sul nostro territorio. In tutto questo dal 30 novembre questi pelosi sono
a carico di ASVA, pelosi che continuano a mangiare ed essere curati e senza nessun accenno al pagamento… dei rimborsi passati.
Buon Anno nuovo con la speranza che non sia, per gli animali senza padroni, vuoto ed abbandonati istituzionalmente come i precedenti.
I volontari dell’ASVA di Bagheria
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