89 anni ma una lucidità, memoria e voglia di fare invidiabile. Angelo Censoplano ha conseguito, nella sessione estiva, la sua terza
laurea: una specialistica in “Compliance, Sviluppo aziendale e prevenzione del crimine” al Dipartimento di Scienze Politiche e relazioni internazionali di Palermo.
105 su 110, i complimenti del Rettore dell’ateneo e migliaia di condivisioni sui social. «Accarezzavo questo sogno sin da bambino. Mi sono iscritto nel 2013, ma non ci speravo più di tanto dovendo sostenere il test d’ingresso – spiega Angelo, mentre ricorda ogni dettaglio – Ricordo il primo giorno in cui ho messo piede all’università. Viale delle scienze, precisamente edificio 19, aula 1. La sala era piena piena, i ragazzi erano seduti persino sui gradini. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua alla mia età».
Qualcuno quel primo giorno lo scambia per professore, ma quando confessa di essere uno studente parte l’applauso generale. «Per me è stato un incoraggiamento – afferma – il mio timore iniziale era che data l’età mi sfottessero. Invece è stato tutto l’opposto, venivano da me a chiedere consigli, a volte rimanevo dieci ore in viale delle Scienze e tra una lezione e l’altra andavamo con i colleghi a mensa».
Cinque figli, una famiglia dalle origini umili, la terza media e una carriera da radiotelegrafista all’interno dell’Arma dei Carabinieri. «All’età di 18 anni mi sono arruolato nell’Arma. Facevo il radiotelegrafista, mi occupavo di trasmettere a distanza attraverso l’alfabeto morse. – racconta Angelo – Mi dedicavo alla riparazione dei ponti radio dell’Arma e dei ricetrasmettitori». Verona, Gorizia, la Sardegna
negli anni della lotta al banditismo sardo. Il matrimonio con Agnese e, dopo vent’anni di servizio in giro per l’Italia, il ritorno nella città natale: Terrasini, tra l’azienda familiare e la politica.
«Alla mia età si vive di piccole cose – conclude – non conta più il denaro, dopo una vita di lavorare, faticare, di impegnarsi fino allo spasimo per migliorare la propria condizione economica e sociale arrivi a un certo punto e dici: “ma che cosa ho fatto?”». E ai ragazzi che sentono la pressione dello studio e guardando avanti vedono un futuro poco rassicurante dice: «Non mollate mai! Di fronte a qualsiasi difficoltà insistete, perseverate, lottate, non ci sono altre strade; rinunciare significa abbandonare per sempre eventuali
traguardi. Non è mai troppo tardi: continuate, studiate che sarete appagati, sarete gratificati».
Scritto su “L’Indipendente” di Gennaio 2022
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