San Cataldo.. santo protettore di quelli che: …il sindaco?!? Io non lo volevo fare!

Nel settimo secolo, dalla verde Irlanda, il paese degli gnomi, arrivava a Taranto un monaco che si sarebbe distinto per abnegazione, preghiera ed evangelizzazione. Mosso da aneliti di fervida cristianità e richiamato allo spirito della “missione”, giungeva in Italia dopo aver assistito ad un’apparizione di Gesù, mentre era in terra santa, che gli suggeriva il viaggio nella penisola, si insediava allora nel territorio con opere meritorie, tanto che poi sarebbe stato proclamato santo patrono della città pugliese.

A lui è inoltre intitolato un comune siciliano i cui principi costruirono qui a Bagheria una villa con uno splendido giardino, che dopo varie vicissitudini, passava in mani religiose, quelle dei Gesuiti che resteranno poi nell’orbita della parrocchia annessa, ma nel quale impiantavano un importante organo della compagnia, l’Istituto per le missione estere.

Gli alleati lo abbandonano e ammainano le bandiere e gli innamorati diminuiscono

Guarda caso nella villa intitolata indirettamente al Santo, che dello spirito missionario incarnava gli ideali. Ma il legame con San Cataldo non si esaurisce a questo. Appena giunto in porto nelle acque poco distanti da Lecce, per placare una tempesta, lanciò il suo anello in mare, in quel punto si generò una fonte di acqua dolce, in mezzo quella salmastra, una fonte… come una FONTANA.

E se tanto mi da tanto, rispolverando la storia dei santi e di questo in particolare, dispensatore di fonti d’acqua, ecco spiegato il mistero di tante attenzioni e impegno dedicato alle fontane cittadine, e a villa San Cataldo da parte del sindaco di Bagheria, Filippo Tripoli: devozione religiosa!!!

Ecco però non vorremo che questo afflato votivo, distraesse il sindaco e parte della giunta dai compiti amministrativi.
Perché piuttosto che aspettare la fine della sindacatura, contrariamente a quanto qualcuno consiglia insistentemente e opportunamente( dal loro punto di vista), le prime valutazioni sull’operato, dopo tre anni le possiamo fare, eccome!!! Difficile con più di metà mandato superato, che avvengano miracoli, gli uomini in odor di santità, gli unici in grado, ormai sono molto rari. Solo un miracolo potrebbe infatti mutare l’andazzo preso da questa gestione della città.

Non sono stati anni facili, la pandemia ancora in corso, non ha aiutato. Ma la vera difficoltà, è stata un’altra. Chi conosce il mondo politico di Bagheria, sa bene che Filippo Tripoli aveva ben altre aspettative, purtroppo mancate. La scelta di concorrere a primo cittadino della città delle ville è stata una scelta dettata da mere necessità politiche. La possibilità di mantenere e incrementate quei consensi che al primo tentativo alle regionali, si rivelarono di poco insufficienti.

E questo è stato il leitmotiv in questi tre anni: la propaganda. Basta scorrere la sua pagina istituzionale per rendersi conto delle decine di proclami disattesi, delle notizie diffuse solo per attirare plausi, ben sapendo che non sarà questa amministrazione a dirigere i lavori, o non è stata di questa amministrazione l’iniziativa o l’incipit di quelli effettivamente partiti. Molti dimenticano le minzioni dalla mira fallace, di alcuni assessori ( ne ricordiamo una clamorosa: gli affitti delle case popolari), e quelle dello stesso sindaco, tra casa della salute e fondi PNRR ( entrambi lontanissimi miraggi) e ristoranti stellati in luoghi che sono beni culturali e che dovrebbero avere vincoli precisi, ma che con un buon consulente pratico della materia, che da le giuste dritte, sono magari superabili.

E nell’unica cosa in cui Bagheria eccelle, la raccolta differenziata, si fa di tutto con la tolleranza e l’indifferenza (l’assonanza con “indifferenziata” li ha forse confusi), per minarne l’immagine di efficienza. Il mancato contrasto all’abbandono dei rifiuti o quanto meno una azione non incisiva, porta questi fenomeni ad essere percepiti come ulteriori disservizi.

Per il resto fontane (votive) e cura di villa San Cataldo. Dimenticavamo le telecamere! Dopo le richieste incessanti dei cittadini bisognosi di una maggiore sicurezza sul territorio, che ancora oggi è una chimera, si è deciso di ripristinare l’impianto esistente, installato dalla precedente amministrazione e andato in disuso per un allagamento nei locali della centrale operativa a seguito di un acquazzone proprio alla vigilia del cambio di guardia, tre anni fa, e di ampliarlo con altri occhi. I due sistemi però non sono tecnicamente compatibili e l’assessore alla Polizia Municipale, a cui è affidato il servizio, Giuseppe Tripoli, proprio a causa di questo, lamenta ulteriori inevitabili ritardi, seppure il ritorno all’operatività pare comunque prossimo.

Informazioni facilmente reperibili senza l’inoltro di richieste ufficiali e “carte alla mano” (a buon intenditor…). Resta quindi il forte dubbio che il sindaco?!? Io non lo volevo fare!”, e che la devozione a fonti d’acqua (leggasi fontane), e alla villa intitolata al santo patrono di Taranto San Cataldo, siano insufficienti a garantire serenità ma sopratutto,
continuità, con un numero sempre più esiguo di innamorati, e con alleati, che, nonostante il richiamo al “civismo”, ammainano sempre più le proprie bandiere.

Ignazio Soresi



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