Metateatro, quella trovata in cui autore ed attore si rivolgono al pubblico direttamente e non mediati dal personaggio che hanno scritto o che stanno interpretando. Non una grande modernità: era uno degli escamotage dei servi astuti di Plauto, per ricordare con resoconti della trama, lo svolgersi degli
eventi, a volte anche i semplici nomi dei personaggi ,se l’intreccio era più contorto, così che gli spettatori, non distogliessero l’attenzione dalla comicità dell’atto.
All’epoca, la trama era subito rivelata, sino dal prologo, proprio perché, non era il colpo di scena a destare interesse, ilarità o stupore, ma era il modo in cui il colpo di scena era posto in essere.
Plauto fu talmente “prestigiatore della risata”, da ispirare (certamente ispirato come buona parte degli antichi autori romani) Shakespeare, Molière, Goldoni e molti altri prima e dopo di loro. Nella politica italiana il gioco di prestigio più grande è stato, dopo tangentopoli, la sparizione dei simboli antichi per ovvi motivi di opportunità, le cui vestigia, sotto quelli nuovi, furono rinvenute solo anni dopo, e a seguito di attenta analisi, tanto che il gioco illusionistico fu certamente uno dei più riusciti.
In linea di massima certuni di quei simboli, restano impressi nei cuori dei più, ma a livello nazionale, rimane molto difficile individuare reperti o artefatti che parrebbero fuori contesto come certe opere che non potrebbero esistere nel passato, ma ci sono inspiegabilmente e si ritrovano con grande scalpore. A livello locale e sopratutto nella ridente cittadina delle ville, Bagheria, questi simboli volteggiano nei palazzi dell’amministrazione. Ma non solo solo i simboli e gli ideali che rappresentavano, ma sono quelle pratiche illusionistiche di allora che persistono anacronisticamente.
Lo (gli) azzeramento(i) della giunta di governo locale è uno dei vecchi giochi presente in tutti i manuali di prestidigitazione, un cavallo di battaglia sempre in auge, mai passato di moda nemmeno a livello nazionale, che ha oggi, tra gli estimatori più accaniti i due Matteo nazionali, ad uno dei quali sarebbe molto legato
oggi il nostro Sindaco, Filippo Tripoli. Cercando quotidianamente tra notizie che avrebbero potuto rendere obsolete queste nostre considerazioni che hanno cadenza settimanale e rischiano di perdere aderenza cronologica, ci siamo invece imbattuti con maggiore insistenza sui giochi illusionistici.
Panem et circenses estivi e musicali, sulle quali potrebbe esserci molto da dire in futuro, ma anche altri, che esprimono la necessità di porre attenzione all’operato di due riconfermati, coi proventi delle multe e le solite immancabili immagini di famiglie alle giostrine (ci sarebbero da pubblicare anche le
foto delle frequentazioni pomeridiane e serali del luna park di via Mattarella, per completare il quadretto idilliaco). Restano pochissimi gli accenni sulla nuova giunta, ma le voci di alcune riconferme sono abbastanza fondate come quelle di alcune defezioni.
Non è nemmeno importante concentrarci su quelli, sui nomi in prima linea, ma una riflessione su quelli che non vengono fuori mai e che sono i veri personaggi di confronto prima di andare in scena coi trucchi pronti nel cilindro e nelle maniche, e che stilano con #filippoprestigiatore la scaletta delle illusioni da portare
sul palco, questa riflessione, dicevamo, si dovrebbe proprio fare. Intanto una amara considerazione sulle modalità con cui questi giochi di prestigio arrivano sula scena: sono quelle antecedenti a 30 anni fa, quando tra politico e feudatario, non c’erano differenze e questi poteva permettersi il lusso delle regalie e dei privilegi che arrivavano quasi allo ius primae noctis.
E questo ancora oggi lo ritrovi nell’arrogante indifferenza con cui vengono trattate le istanze dei cittadini, che: “non possono capire… non conoscono le problematiche dietro ogni intervento… non sanno i meccanismi burocratici… ahahahahha sono anche ingenui”. I nomi di chi sta dietro liste dei candidati alle poltrone di governo di Bagheria, sono i nomi dei detentori dei segreti atavici dei grandi prestigiatori, che si tramandano da generazioni. Fa strano sapere
che pochissimi ci fanno caso, pochi addirittura sanno che hanno (o hanno ancora) un peso in queste scelte, eppure sono lì e un assessore gli tocca!
E allora si spengono le luci in platea, si accende lo spot sul palcoscenico, e si attende che si apra il sipario e il nostro Mago ci stupisca con nuove spettacolari illusioni.
Ignazio Soresi
Potete approfondire con i seguenti suggerimenti:
Scopri di più da BagheriaInfo.it
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.