Viaggio al Polo… Ridondanze nella città delle ville.

Nelle decadi 80 e 90 del secolo scorso, la pubblicità era una fucina di genialità nella comunicazione. Lo spot pubblicitario era proprio la “comunicazione” per eccellenza in quegli anni.
Immagini che raccontavano mondi, socialità, desideri, aspirazioni personali e di massa. Slogan che resistevano al tempo e diventavano elementi portanti del parlato, con neologismi, figure retoriche e motti che hanno caratterizzato il gergo di intere generazioni. Senza dimenticare che proprio quei canali pubblicitari e quel know-how furono la base del successo di Forza Italia.

Non che la pubblicità negli anni precedenti non avesse caratterizzato i tempi, ma rispetto a quelle che abbiamo citato erano più ingenue, scanzonate, o almeno, così apparivano. In questi giorni ci viene in mente spesso uno di quei tormentoni, sia per l’uso ridondante di un certo termine a Bagheria sia per il significato preciso dello slogan: Polo, il buco con la menta intorno.

Un buco è niente, è aria, la sostanza è tutto il contorno, e il contorno rispetto alla portata principale è poca roba. Mentre rimane il buco amministrativo della giunta di governo locale a Bagheria, la “menta” intorno potrebbe essere quella dei tre progetti finanzianti con i fondi del PNRR. In tre casi i soldi del Monopoli diventano soldi veri. I tempi di attuazione sono molto stretti, ed in un caso l’ente attuatore NON SARÀ il comune di Bagheria, ma la Città Metropolitana di Palermo, tra tutti, quello dalla connotazione più utile, e che potrebbe effettivamente avere un riscontro per il benessere del territorio, risultando concettualmente congruo con lo spirito ispiratore degli interventi economici nati in clima di pandemia mondiale per dare una spinta di sostegno.

Sono previsti 8 milioni di euro per la riqualificazione dello stadio comunale ad Aspra. Stadio che è stato oggetto di abbandono negli ultimi anni, utilizzato per scaricare rifiuti da potatura ( autorizzati in via eccezionale e temporanea) ed altri rifiuti di altra natura ad opera di ignoti (però) possessori delle chiavi di accesso (che dicono siano stati denunciati ma delle cui indagini non si sa nulla). Lo stadio inoltre va “spostato” poiché una parte insiste su terreno vincolato. Sarà inoltre prevista la realizzazione di una pista di atletica. Nella speranza che anche la gestione resti nelle mani del comune e non sia affidata, come vuole la moda “consensuale” ( nel senso della ricerca dei consensi ) di questa amministrazione/tore (unico). Diciamo un “polo” sportivo.

Poi la declinazione massima del qualunquismo il cui climax è nel “polo”multiculturale che sorgerà tra villa Cattolica, l’ex mulino Cuffaro e la Silcalce. Ma multiculturale di che?!? Quanto aiuta a risollevare le sorti di una cittadina dopo la crisi pandemica? Finirà in uso ad una delle tante associazioni “elettorali” satelliti? Quale la sostanza in una operazione del genere quando su villa Cattolica esiste una manifestazione di interesse per la realizzazione di un ristorante gourmet? Realizzi gli impianti ad hoc per gentile concessione, coi fondi del PNRR e poi glielo affidi? A che prezzo? Sempre considerando che si tratta di un bene culturale con paletti e vincoli troppo facilmente ignorati.

Queste operazioni rischiano di lasciare il comune, a chi lo erediterà , in assoluto dissesto, e qui torniamo al “buco”, stavolta economico e allo slogan pubblicitario, perché di questo si tratta. Ma contiene anche ad un messaggio tra le righe: terra bruciata, non siamo interessati al futuro della città, non ci compete.

Questi finanziamenti, infatti, hanno una percentuale a fondo perduto più o meno consistente secondo l’ambito di intervento, ma un’altra parte da restituire : è un finanziamento non un regalo e le crono tappe sono strettissime, come i tempi di intervento per il recupero della zona artigianale (che non abbiamo dimenticato n.d.r.). Al momento questi interventi, sono fonte di plauso, specchietto per le allodole, tra due anni saranno la maledizione di chiunque si cimenti alla guida di Bagheria. Come si diceva? Dopo di me: il diluvio!

Tralasciamo ogni considerazione sul recupero di villa San Cataldo( ultimo dei tre progetti), che ha valenza votiva per il sindaco Filippo Tripoli come abbiamo bene spiegato in passato, e per la quale andava cercato intervento privato anche con un ritorno di immagine per l’eventuale partner(ma sono cose un po’ tecniche che non tutti colgono o conoscono quando si è impegnati in propaganda elettorale costante).
Il “polo” con la menta intorno per eccellenza, l’Oscar, il premio Nobel del “polo”, è il “POLO MUSICALE DELLA SICILIA OCCIDENTALE”!

Titolo affibbiato a Bagheria, pare da “la Repubblica” in uno slancio encomiastico di cui non capiamo la natura.
Una azienda privata, che in alcuni luoghi privati e in aree pubbliche concessa ad uso gratuito dal comune(????) organizza una serie di concerti, con nomi più o meno famosi. Questo certamente creerà un ritorno di immagine per la città , ma non tale da giustificare( come tutto fa supporre compreso il silenzio del sindaco alle richieste di fare chiarezza) anche un contribuito economico. A che titolo?

L’evento musicale, come il concerto di De Gregori, l’anno scorso, è logico che sia oneroso per il comune qualora la fruizione sia libera e gratuita per la cittadina. Ma nel momento in cui si paga un biglietto? Il tuo ritorno in termini di immagine glielo hai ampiamente ripagato offrendo il suolo pubblico a titolo gratuito. Per De Gregori allora, invece fu erogato anche un contributo economico.

Quest’anno per altro, alcuni di questi eventi sono in luogo privato.
La chiamata a raccolta dei gestori di BB e strutture ricettive e ristoratori e bar, che senso ha avuto? Ne vogliamo rendicontare alla popolazione? Su quali dati statistici si è lavorato per immaginare incrementi turistici a Bagheria, quelli elaborati dall’istituto “P.S.D. Per Sentito Dire”?

Piccola nota a margine:
da tre anni c’è un disagio che si esplica anche in alcolismo minorile e giovanile in genere, con molti esercenti che fanno finta di niente, che non garantiscono il decoro della zona in cui insistono, costringendo interi rioni a “combattimenti corpo a corpo” metaforici e non.

Nonostante i cittadini lo abbiano chiesto insistentemente, non si è avuta la volontà di chiamare a raccolta gli esercizi interessati per tentare di restituire alla città quel decoro tanto sbandierato e quella dignità minima per presentarsi credibili alla gente, anche quando partono iniziative come quelle previste per questa estate. Ora si sono chiamati a raccolta in un nano secondo.

Ma le priorità di intervento le consiglia Il gestore del paese dei balocchi?
Un intervento di questo tenore, di raccordo con gli esercenti su una problematica così insistente, riempie di contenuti e di sostanza un buco, e la menta intorno resta solo una piacevole caratterizzazione del sapore.
Il buco, il niente, infatti risulta un po’ insipido e per altro di difficile digestione. Parafrasando un detto dialettale di antica saggezza popolare: la fame stessa ( in questo caso di contenuti) ti costringe a ricorrere al digestivo…

Ignazio Soresi



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Questo articolo ha un commento

  1. Al di là del fatto che a causa di una inerzia prolungata nell’arco di decenni, a Bagheria ci sia moltissimo da fare e costruire, si ha l’impressione che questi commenti siano pervasi da un’acrimonia determinata non da una obiettiva analisi della situazione ma da valutazioni di carattere ” politico” che no tengono conto e della situazione reale e delle cose, sia pure piccole, che sono state realizzate.
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