È proseguito fino alle prime ore del mattino, il rogo che già nel tardo pomeriggio aveva annerito il cielo di contrada Monaco a Bagheria. Covando sotto le ceneri, rese momentaneamente inoffensive dal primo intervento dei vigili del fuoco, intorno alla mezzanotte, le fiamme si sono ravvivate, non sappiamo se anche grazie ad intervento umano.
Alcune ipotesi erano circolate già nel pomeriggio, quando non ci si poteva avvicinare troppo per individuare le cause, solo stamattina a fiamme domate, ci si è resi conto che si è trattato, come in moltissimi altri casi denunciati nelle scorse settimane, dell’ennesimo rogo di rifiuti, avvenuto però veramente troppo vicino alle abitazioni.
I resti dell’incendio, mostrano un quadro DESOLANTE di degrado di quella zona.
Non era solo il rogo ad essere pericolosamente vicino alle abitazioni, ma la discarica a cielo aperto da cui si è sviluppato, e se, fino ad adesso, il fenomeno si era limitato all’aperta campagna, oggi il luogo da cui è partito tutto, ci consente ancora una volta una serie di considerazioni su una periferia lasciata colpevolmente ai margini della società.
Proprio da quei balconi, (i residenti delle zone limitrofe lo sanno bene), partono ad ogni ora e purtroppo ad ogni occasione ( il giorno della commemorazione del giudice Falcone in maniera tristemente fuori luogo o perfettamente in linea, a secondo del messaggio), dolci melodie che allietano gli animi e ne ammorbano altri che gradirebbero esser lasciati liberi di non ascoltare.
Quel degrado, che genera una discarica ad un metro dalle finestre dove crescono bambini, potrebbe nascondere in certi casi, voglia di riscatto, di normalità, che non ricevendo supporto e adeguate attenzioni, però, potrebbe desistere ed appiattirsi al conteso piuttosto che tentare di affrancarsene.
Ci appare orribilmente anacronistica la lotta per la sede del Consultorio Familiare fatta di proclami ed interessi politici di facciata, di fronte alla desolata realtà che ci appare stamattina in quella zona. Una realtà che non può essere passata inosservata, soprattutto se decine di cittadini denunciano un degrado urbano e sociale in tantissime zone “residenziali”, che viene puntualmente snobbato, perché i depositari della verità sociale e dei suoi disagi a Bagheria sono quei pochi eletti ( in senso metaforico e non) che ne sanno interpretare ( purtroppo a modo loro) i segnali.
Cosa altro dobbiamo ancora vedere?
Che questi messaggi di resistenza alla fiamme non possono più essere ignorati è storia QUOTIDIANA e non si limita nell’analisi in se e per se, del problema dei rifiuti (seppure ci risulta un’abomino avere raggiunto il 65% della differenziazione, con famiglia che vivono praticamente in una discarica). Riguarda ben altro.
Deve Bagheria soccombere e non intervenire a salvaguardia di tutti di fronte a tutto ciò?
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