Inflazione, per i siciliani un vero salasso e cambiano le abitudini di spesa

La conferma arriva dai dati di alcune ricerche effettuate in Italia sui prezzi di molti prodotti che acquistiamo quotidianamente. In realtà che i prezzi fossero aumentati in maniera vertiginosa negli ultimi mesi ce ne siamo accorti andando a fare la spesa. Il prezzo del pane passato in poco tempo da 0,60€ a 1 € a filone (250gr di pane), il costo della pasta e dei prodotti da forno, ma anche la benzina, l’elettricità, il gas e tante altre cose, ci hanno dato la sensazione che lo stipendio non basta più.

Non stiamo a dare numeri che poco interessano. Basta solo indicare che l’inflazione è quasi al 10% e bisogna tornare indietro di tanti anni per avere memoria di tali numeri. Poiché in Sicilia importiamo il 100% di quello che mangiamo e tutto arriva con gli autotrasporti, si capisce al volo che da noi i prezzi sono maggiori.

Neanche la frutta si salva da questo aumento dei prezzi.

Questa situazione inflazionistica legata in Sicilia anche alla carenza cronica di lavoro, all’elevato numero di carte del Reddito di Cittadinanza, a stipendi non sempre in linea con la media nazionale, completano un quadro disastroso che proietta la Sicilia in un lungo tunnel.

Arriverà, cosi, lentamente ma inesorabile, la modifica dei nostri stili di vita e quello che per noi era intoccabile come il pane artigianale potrebbe essere rilegato a cibo non necessario. Magari la grande distribuzione che riesce ad abbattere i costi secondari offrirà un prodotto inferiore nella qualità ad un prezzo più basso e questo indurrà molte famiglie ad acquistare sempre di più i prodotti industriali, riducendo drasticamente i consumi di prodotti artigianali decisamente più buoni, ma anche molto più cari.

Stessa cosa avverrà probabilmente per la pasta. L’elevato costo ridurrà la quantità mangiata nell’anno, in attesa di tempi migliori.

Inoltre, ancora non abbiamo potuto apprezzare l’aumento di luce e gas, come anche della benzina, perchè lo Stato ha azzerato molti costi all’interno della bolletta. Quando le casse dello Stato non potranno più coprire questi costi capiremo effettivamente che il costo dell’energia in Italia ha superato il livello di attenzione ed in molti non potranno più pagarla. L’energia è legata strettamente al nostro modo di vivere. Basti pensare al nostro rapporto con il condizionatore in estate oppure all’importanza dei trasporti in auto e delle merci. Siamo una società che divora energia per qualsiasi delle attività che svolge.

Un piccolo e stupido esempio che lascia pensare. Vedo in giro centinaia di biciclette elettriche che tutti pensano essere green e di moda in una società inquinata e non solo dal PM10. In realtà per caricare la batteria di queste biciclette occorrono circa 50 w orari. Sembrerà poca cosa, ma sommate tutte le bici e i numeri cresceranno esponenzialmente. Alla fine per produrre questa energia si saranno utilizzati in maggioranza gas e petrolio ed, in parte, energie rinnovabili. Il costo energetico per aiutare noi a viaggiare “leggeri” in bicicletta e in modo sostenibile per l’ambiente, sarà enorme.

In conclusione l’inflazione al 10% circa avrà serie ripercussioni sul nostro stile di vita e l’enorme richiesta di energia della nostra società sarà il vero problema nella parte finale del 2022 e del 2023. Speriamo in bene.



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