L’ecosistema pieghevole.

Ecologia e attenzione alle tematiche relative, piegate sotto la logica di un interventismo “consensuale”. Era lecito  fare? Si poteva evitare?

I tanto agognati lavori di riqualificazione del manto asfaltato e di tutta la via Bagnera, sono iniziati non senza le polemiche, con uno degli atti più controversi di sempre, il taglio dei pini. 
Controverso per vari motivi, se all’ennesima richiesta di potatura degli alberi in alcune zone della città da parte dei residenti (con motivazioni anche di sicurezza del territorio, perché occultano certe illegalità), si risponde che non è il periodo a causa della nidificazione, il paradosso dell’abbattimento, è ancora più evidente.

Sappiamo di dirigenti comunali che hanno rifiutato il ruolo di RUP (responsabile unico del procedimento) per una sorta di obiezione di coscienza ecologista, ricordando il parere negativo al taglio dato da un Agronomo del comune (oggi in pensione), che sia era pronunciato quando il progetto della riqualificazione della via Bagnera era stato realizzato e finanziato dalla amministrazione Cinque, coi lavori appena iniziati, e  che proprio per quel parere furono  bloccati e dirottati (anche per i classici motivi “consensuali”) verso altri interventi dal neo sindaco Filippo Tripoli.  Oggi su quel parere, la stessa amministrazione fa spallucce, nonostante, siano state paventate possibili soluzioni alternative al taglio, applicate in molti altri paesi europei, neanche prese in considerazione seppure ci risulta siano stati suggerite.

Sembrerebbe ancora, che la relazione sottoposta al vaglio della sovrintendenza e che ha ottenuto il benestare, non sia poi così completa. Mancherebbero, una dettagliata dotazione documentale fotografica (e non) a dimostrazione dello stato di salute (più che ottima) delle piante, e sembrerebbe addirittura si sottovaluti il tipo di pianta parlando di “essenze”.
Sarebbe cosa gravissima se così fosse e potrebbero prefigurarsi anche ipotesi di reato, quanto meno, l’abuso d’ufficio. Siamo certi si tratti solo di voci, arrivate però anche ad alcune associazioni come Legambiente e Talea  che hanno chiesto pubblicamente l’accesso alle carte per verificarne la correttezza.

Attendiamo adesso di conoscere la posizione di questa amministrazione, che a furia di di vivere di questi proclami sta rischiando un devastante effetto boomerang sull’opinione pubblica che non è fatta solo di bar, ristoranti, chioschetti, e loro avventori, o di fruitori del borgo marino, ma anche di cittadini normali attenti a molte tematiche, stanchi delle farse di palazzo.



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