Gli echi della politica nazionale e regionale arrivano a Bagheria anche grazie alla primarie dei progressisti e si mescolano nei filtri magici preparati dalle streghe.
Le streghe a Bagheria si sono trasformate in personaggi politici di peso (per il ruolo) in questa amministrazione, che si sono messi a girare tra tutti i dipendenti dell’ente “consigliando”, la spontanea partecipazione alle primarie del centrosinistra (sponsorizzando sopratutto quelle on line, dove nessuno ti vede), per determinare il candidato presidente della regione per la coalizione. Che abbia vinto il candidato dei progressisti(???) Caterina Chinnici è irrilevante. Le considerazioni sono tante e altre.
Tutti i candidati erano persone presentabili e di spessore, ma ovviamente meno conosciuta la candidata 5 stelle. Senza parentele specifiche, ascendenti illustri o dal passato eroico, in un certo senso “vergine”, ma con un difetto ab originem: essere membro della coalizione che al momento è la più odiata in Italia, per avere fatto cadere il governo Draghi, odiata quasi come quando si palesò al mondo, politico e istituzionale.
A Bagheria, tra gazebo e piattaforma on line, hanno votato una “goccia” di persone di fronte l’elettorato cittadino di circa 40mila votanti. E nonostante il peso politico di chi andava in giro, la somma dei voti dei sostenitori di Claudio Fava e Barbara Floridia non è poi così lontana dal risultato dell’altro contendente, e per quanto campanilistici, certi proclami, alla luce di ciò, ci sono sembrati fuori luogo.
Piuttosto pare inutile negare che al momento, di nuovo, il nemico comune, il nemico pubblico numero uno, è il movimento 5 stelle. E vista così potrebbe effettivamente essere la vittoria che gli stessi grillini locali affidano ad un comunicato stampa: “In un momento molto complesso e di scissione dentro il Movimento, per noi e per i cittadini che ci hanno contattato è stato un risultato importantissimo perché abbiamo avvertito un abbraccio verso quello che è stato un percorso interrotto 3 anni fa… Adesso andiamo avanti con tutti coloro che hanno voglia di costruire insieme a noi una Bagheria nuova e meno omertosa di quella che abbiamo avvertito in questi anni”.
Il fatto stesso di avere generato unanimità di voci, contro le dinamiche aggregative che dei 5 stelle sono prerogativa, potrebbe essere il preludio per consentire a livello locale (e non solo) un momento di risposta che nasca ancora una volta dall’esigenze del territorio. Il territorio e il suo abbandono a favore delle istanze di altolocati o molto “bassolocati” che sembrano il nuovo bacino di pesca, potrebbe essere punto di partenza per una esperienza politica diversa. Un malessere che propio grazie all’indifferenza dell’amministrazione, serpeggia da oltre un anno e comincia a scuotere le coscienze e a formare una opinione libera sulle cose che accadano e su come ce le raccontano.
Quello che manca a Bagheria è proprio questa attenzione alla gente comune.
Si curano le associazioni amiche, le loggette massoniche, gli amichetti del calcetto, con un arroganza insopportabile nemmeno si trattasse dello sceriffo di Nothingham, e si sono ignorate per due anni le istanze della gente comune. L’opera poi di demonizzazione nei confronti di chi comincia a denunciare i fatti e nei confronti della passata amministrazione è proprio mal riuscita perché ha fatto venire alla luce una sorta di sudditanza psicologica bei confronti di quanto fatto dai predecessori.
A questo punto quando si capirà se avere fatto cadere Draghi è un merito o una colpa, anche Bagheria dovrà capire da che parte stare o meglio chi è dalla sua parte e chi solo dalla propria e per i propri interessi.
Scoprendo magari che il “civismo” non è un’accozzaglia di gente che nasconde la propria bandiera per la poltrona, ma gente che porta in dote la sua personale Weltanschauung ad uso e consumo della comunità.
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