Vano l’incontro di ieri con le associazioni ecologiste e ambientaliste. Nessuno stop è stato concesso.
Solo l’evento del mercatino rionale a Bagheria, ha bloccato al momento il taglio dei pini previsto nelle opere di riqualificazione di via Ing. Giuseppe Bagnera.
Una amministrazione a trazione “civica” multi anima, che tante volte ha promosso il concetto di progettazione partecipata con gli stakeholders per confrontarsi poi, nella realtà, solo con le solite associazioni vicine.
Nel tentativo di bloccare quello che viene definito uno “scempio”, sopratutto in questo periodo di nidificazione (come previsto dalla legge nazionale 157/1992 che detta precise disposizioni sulla potatura o taglio in alcuni periodi dell’anno solare), i rappresentanti locali delle associazione ecologiste ed ambientaliste sono stati ricevuti dopo tenace insistenza da alcuni esponenti della amministrazione.
Insistenza dovuta anche alla voce sparsasi ultimamente, secondo cui, nel progetto approvato, la relazione sullo stato e sulla tipologia di piante da eliminare, presentata alla sovrintendenza, fosse incompleta ed imprecisa, ottenendo il benestare in virtù di queste “imprecisioni”.
Presenti all’incontro, Giovanni Mineo e Tonino Greco dell’associazione Talea, Lino Campanella del WWF, Elvira Dragonia Vernengo di Sos Alberi a Palermo, Luigi Tanghetti di Legambiente e per il comune l’assessore Massimo Cirano, il dottor Santo Agnello consulente al verde urbano e agronomo, il consigliere Francesco Gurrado e infine anche il sindaco Filippo Tripoli intervenuto in in secondo momento.
È un storia lunga e articolata che riguarda pareri contrastanti tra il vecchio agronomo del comune (oggi in pensione) che aveva bloccato i lavori nel 2019 (finanzianti e progettati dall’amministrazione Cinque) a questa stessa giunta che ne aveva recepito le istanze, non potendo mancare l’occasione di iniziare la sindacatura con un atto contro la passata gestione, e il parere del nuovo agronomo, un consulente esterno a titolo gratuito nominato con determina sindacale, che ha evidentemente un approccio diverso e… moderno. Dall’incontro di ieri, tenutosi presso la sala giunta di palazzo Butera, sede istituzionale del comune di Bagheria, nessuno spiraglio pare essere emerso nel senso quanto meno dello stop momentaneo dei tagli, nonostante la diffida dell’avvocato Antonella Bonanno, legale dell’associazione Sos Alberi a Palermo, in virtù della legge nazionale sulla nidificazione, diffida avallata, per altro, dal presidente della LIPU, Danilo Selvaggi.
Inoltre, la documentazione richiesta non è stata esibita (si saranno guastate tutte le fotocopiatrici), ma si è promesso che nei prossimi giorni sarà consegnata al responsabile locale di Legambiente(?????).
Sul perché si scelga lui come interlocutore preferenziale non ci è dato sapere.
Interessante a livello di letteratura il fatto che si sia piuttosto indicata la via Bagnera, come fantomatica “via di fuga”, in un imprecisato piano urbanistico. Semmai, al massimo, potrebbe trattarsi di un piano della Protezione Civile, e se anche fosse così, sarebbe bene sapere che è un piano obsoleto, e mai revisionato, che quando anche individuasse nel tratto della via in questione una “via di fuga”, costringerebbe il comune ad una manutenzione perenne e ordinaria, che non viene attuata, prova ne sia il continuo allagamento ad ogni pioggia del sottopasso che insiste sulla zona, l’assenza atavica di vigili urbani in concomitanza con tre incroci nodali che ne bloccano malamente la percorribilità, due semafori disattivati, mancata attuazione di qualsivoglia piano traffico (qualora esista), ed in ultimo, simbolo e vessillo del provincialismo più becero, un esercizio di frutta e verdura che avendo occupato il suolo pubblico, limita fortemente la circolazione insistendo su uno dei tre incroci (quello più a monte ma con effetti a catena lungo tutto l’asse): alla faccia della “via di fuga”.
L’avere individuata la via Bagnera come “via di fuga”, ne impedirebbe il restringimento della carreggiata prevista in mt.10 (ma da chi o da cosa ????) a discapito di un piccolo ecosistema che, con tale restringimento si riuscirebbe a salvaguardare, secondo un progetto alternativo proposto da alcune delle associazioni presenti.
Trent’anni di nidi, di contrasto allo smog, di ombra e refrigerio, cancellati da un amministrazione che in tanti altri momenti si sta rivelando sorda alle istanze del territorio mai sufficientemente tutelato negli ultimi anni.
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