L’amministrazione comunale tira dritto sulla scelta di abbattere i 40 pini che insistono su Viale Bagnera. Secondo la giunta comunale non vi era altra soluzione per eliminare i pericoli provocati dalle radici e dare un decoro urbano alla zona. Ovviamente la colpa è di chi trent’anni fa e pass aveva deciso di alberare il viale con i pini marittimi, senza pensare alle conseguenze del gesto.
Dopo tanti anni senza interventi, le radici dei pini hanno fatto danno ed, oggi, sembra non ci sia altra soluzione al taglio. Ovviamente non siamo tecnici, architetti ed ingegneri, però possibilmente qualche variante progettuale che non prendesse in considerazione il taglio poteva esistere. Parliamo al passato perchè ormai il destino degli alberi sembra segnato.
La parola d’ordine è sostituire e compensare. Cioè, in termini semplici, si taglino questi enormi alberi di oltre 30 anni che danno ombra, riparo alla fauna, riducono le polveri sottili e diminuiscono l’anidride carbonica provocata dalle auto, per sostituirli con altre piante più consone al decoro urbano e che facciano meno danno con le radici (come se la colpa dei danni fosse degli alberi). Si compensa, cosi, quello che si è tolto con del nuovo verde.
In queste due parole che giustificano il taglio rendendolo meno doloroso al cittadini si nascondono le insidie di un servizio, il verde pubblico, negli ultimi anni svuotato di personale e mezzi. Pochi uomini che lavorando pieno regime non possono coprire tutto il territorio comunale, molto vasto.
Un solo esempio vi riportiamo per drizzare le antenne e rimanere in allerta. Sempre in Viale Bagnera qualche hanno fa furono abbattuti alcuni pini che, secondo i tecnici, erano estremamente pericolosi per i pedoni e le automobili. Si correva il rischio che potessero cadere e far danno. La giunta Cinque ha, quindi, necessariamente deciso di abbatterli. Rimase l’aiuola con la sua erba spontanea a crescere indisturbata per alcuni anni.
Antonio Belvedere ha espresso in pieno il concetto: ” A novembre 2019, con questa amministrazione in carica, furono poi piantati degli alberelli in “sostituzione”.
“Sostituzione” è una delle paroline magiche dei tagliatori di alberi e dei loro eruditi consulenti. Un’altra parolina chiave è « compensazione », molto amata da quelli che a me piace chiamare i « compensati ». Questo è lo stato dell’arte oggi a distanza di circa tre anni: il degrado assoluto. “
Ecco, per sostituzione e compensazione di quel taglio, la giunta Tripoli decise di piantumare alcuni alberi in quell’aiuola. Tutto bene quel che finisce bene? Gli alberi sono seccati quasi subito perchè non esiste un servizio di manutenzione del verde. Quindi sostituzione e compensazione sono due termini che ci spaventano terribilmente. Speriamo di essere smentiti.
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